ROMA – Essere costretti a gestire i nostri rapporti a distanza, se da un lato ci intristisce e ci fa intravedere un imbarbarimento nel futuro dell’umanità, dall’altro invece ci costringe ad acuire i sensi e a trovare altre soluzioni, delle scappatoie al vuoto sociale che ci fa paura. Ne è convinto Massimo Recalcati, psicanalista tra i più noti in Italia, saggista e accademico che, in una videoconferenza Facebook, ha espresso parole di speranza e di stimolo per uscire dalla solitudine della reclusione dovuta all’emergenza sanitaria. Utilizzando la metafora biblica come suo solito, lo psicologo ha accennato alla parabola di Noè e dell’Arca. “Finita la tempesta – ha raccontato ai numerosissimi partecipanti – il patriarca non si contentò di raccogliere soltanto ciò che la natura poteva offrirgli spontaneamente ma piantò una vigna”.

Lo psicanalista Massimo Recalcati

Il gesto viene citato da Recalcati, ovviamente, a titolo esemplificativo di cosa egli intenda per resilienza, qualità di cui tutti necessitiamo in questo periodo per far fronte all’incertezza del futuro e al vuoto del presente. “Piantare una vigna” equivale a non rassegnarsi, fare impresa, ideare, creare, ed è su questo punto che Recalcati ha fatto una riflessione profonda, meritandosi tantissimi commenti che è stato impossibile seguire in diretta, tanti sono stati. Parlando di questo tema, infatti, con cui egli allude al concetto di progettualità, il riferimento alla scuola e al dibattito in corso sulla didattica a distanza (Dad), è stato naturale. Sottolineando che essa è una necessità dovuta all’emergenza sanitaria, un accidente come tanti ne possono capitare nella vita, Recalcati non l’ha definita una calamità e neanche un “alibi” dietro cui difendere a spada tratta e a tutti i costi i figli.

Al contrario, non dimenticando la drammaticità della situazione in cui il Covid ha scaraventato all’improvviso le famiglie, ne ha sottolineato anche il carattere di “occasione” come è stato per tutte le crisi che hanno costellato la storia. E lo dice a ragione, del resto ogni rinascita si è verificata dopo un medioevo. Non dimentichiamo, inoltre, che lo psicanalista come pochi conosce a fondo, per motivi professionali, i problemi della scuola italiana che lui ha descritto bene nel suo libro “L’ora di lezione” (Super et opera viva ed.), nel quale analizza le cause delle disfunzioni dell’istruzione e del difficile rapporto tra genitori e docenti ma spiega come anche un’ora di lezione, pur nelle condizioni più difficili, possa cambiare la vita. Ed ora, prima che i giovani studenti vengano additati e compatiti come “generazione Dad” che, invece, potrebbe rappresentare una marcia in più, lo psicanalista raccomanda alle famiglie: “Non vittimiziamo i figli, non offriamo loro l’alibi di questa didattica così stramba e tuttavia efficace a suo modo, per giustificare le loro carenze”. E aggiunge”: Non giustifichiamoli, non sostituiamoci a loro”.

Il momento è difficile, è vero, Recalcati lo ammette ma non è tutto così negativo, qualcosa di buono c’è. “La formazione – fa notare – è fatta più di sconfitte che di percorsi rettilinei o senza intoppi, essa è più somigliante ad una spirale dove però si può incontrare qualcuno che accenda il fuoco e questo qualcuno è il docente che, sebbene a distanza, è sempre stato vicino agli studenti attraverso una connessione che non si è mai interrotta”. Recalcati ha ricordato che questo “fuoco” si accese tra insegnante e alunni anche nei bunker londinesi durante il bombardamento nella seconda guerra mondiale. “Insegnare è come piantare quella vigna – osserva lo psicanalista – è come accendere quel fuoco e gli studenti devono essere lasciati liberi che questo accada anche nelle situazioni più difficili”. La didattica a distanza – conclude – è una di queste in cui ogni studente dovrà trovare la propria via d’uscita e di crescita”.

Gloria Zarletti