PERUGIA – Nulla di nuovo sotto il sole. Quello che è, è già stato e quello che è stato, sarà: recitano così i libri sapienziali nella Bibbia.
Allia Potestas, una donna bellissima, perugina di nascita e residente a Roma nei lustri iniziali del II secolo dopo Cristo, non solo gestiva un triangolo amoroso, scandaloso in una società di maschilismo trionfante, ma ospitava i due amanti, probabilmente più giovani di lei e che andavano perfettamente d’accordo tra di loro, nella sua casa, da presumere bella, ampia, accogliente, elegantemente arredata, ornata di ombrosi giardini.
La notizia, davvero singolare e gustosa, la fornisce Alberto Angela, anche lui come il padre Piero, giornalista e divulgatore, nel volumetto dal titolo “Amore e sesso nell’antica Roma” (Arnoldo Mondadori editore). Lo scrittore dedica un intero capitolo a questa vicenda, portata alla luce dal ritrovamento nel cuore della capitale, in via Pinciana (la scoperta risale al maggio del 1912 durante i lavori nei terreni del marchese Annibale Berlingieri) di una lastra di marmo con tanto di poetico epitaffio (fu subito donata al Museo nazionale romano). Una sorta di carme, in 25 versi, firmato dal patronus di Allia (il cui stato sociale risultava essere di liberta) che si firma semplicemente Aulo.
Negli esametri dattilici fatti scalpellinare sulla pietra, affinché tutti i “viatores” passando davanti alla tomba, ricordassero questa splendida donna, Aulo fornisce una serie di elementi che tracciano di Allia (nome che ricorda il fiumicello, affluente del Tevere, dove Brenno, secoli prima, aveva pesantemente sconfitto i romani) e dei suoi due amanti (quasi dei “toy boy” d’altri tempi) un quadretto veramente originale.
“Qui giace la perugina di cui nessuna fu più bella. Faceva parlare poco di sé. Era sempre immune da critiche. La prima a scendere dal letto, per ultima andava a dormire, dopo aver posto in ordine ogni cosa”. E fin qui sembra la normale descrizione di una matrona romana, il cui compito tradizionale consisteva nell’accudire la casa e filare la lana.
Aulo prosegue con la descrizione della bellezza di Allia. Scrive: “Era di carnagione chiara, con occhi belli e capelli dorati e nel niveo petto aveva piccoli seni. E che dire delle gambe? Quelle di Atalanta (la mitica cacciatrice figlia di Giasone e Climene, ndr) al suo confronto erano addirittura ridicole”.
Aggiunge ancora Aulo il particolare che Allia fosse cultrice della moda e sempre abbigliata “dernier cri”: “Non era restìa, ma generosa nel suo amabile corpo: ebbe membra lisce, se ne tolse ogni pelo”. Ovidio, nell’Ars amatoria riporta anche questa abitudine delle donne romane, soprattutto appartenenti alle famiglie più ricche e aristocratiche, di curare con la massima attenzione il proprio aspetto esteriore.
Infine l’accenno al “menage à trois”: “Mentre era in vita mantenne l’affetto di due giovani amanti cosicché divennero simili all’esempio di Pilade e Oreste (nell’antichità i due venivano considerati emblema dell’amicizia fraterna e profonda, ndr). Una sola casa li accoglieva, avevano un’unica anima. Dopo la sua morte (quella, appunto, di Allia, ndr) ora quegli stessi invecchiano separati l’uno dall’altro”.
Altro non sappiamo di questo triangolo amoroso, che aveva ottenuto, appare implicito dalle parole del carme, il consenso del “patronus” di Allia. Anzi su questo aspetto Alberto Angela aggiunge un pizzico di pepe, ipotizzando che pure Aulo avesse goduto delle grazie della affascinante perugina. Ma questa ipotesi resta solo un gossip. Quello che appare certo sono i versi riportati nell’epitaffio, documento storico: femminista ante litteram, la misteriosa, attraente e conturbante Allia – vissuta ai tempi degli imperatori Traiano e Adriano – gestì con grande serenità, discrezione e signorilità il suo triangolo amoroso. Probabilmente non fu la prima e neanche la sola. Ma quello che contraddistingue la vicenda di Allia è l’iscrizione funeraria lapidica, che ne attesta la storicità. E forse, anche per questo, Allia meriterebbe almeno una citazione nel Guinness dei primati.
Elio Clero Bertoldi
Un gran bell’articolo Elio, complimenti! Le Perugine ne andranno orgogliose.