A Iaia I…
Zia I, ricordi ancora
Quei giorni dolci e lontani,
la campagna invasa dal sole
e il tavolo ingombro di disegni,
rammenti i sorrisi e le risate,
le tante ore passate
e le lunghe passeggiate?
Sonava la casa
di dolci canzoni
E di complici e sguaiate risate,
di ninna nanne
e di fiabe sussurrate
quando stavamo insieme,
spensierate e vicine
e tu, per me, non eri zia
ma di giochi compagna,
bella e giovane,
con i capelli lunghi e neri,
i vestiti vivaci
e il profumo di dolci e cuccioli.
Io appena terminati i compiti,
da te correvo
per parlare di fate e sirene,
di futuro e sogni,
di viaggi e ambizioni,
di problemi e delusioni,
e tu con la mano
mi accarezzavi la testa,
quasi fossi un cucciolo
tenero e indifeso,
calmandomi all’istante.
Io durante
le interminabili e sole ore,
appena sentivo
i rintocchi di tacchi
sul marmo delle scale,
correvo fuori
e ti abbracciavo la vita,
sperando che mi portassi con te,
per il piacere di stare insieme
così simili e unite.
Quando tutto è cambiato,
quando il tempo
si è depositato
tra noi,
turbando quello specchio
limpido e splendente di felicità?
Il tempo reo e inesorabile
Ha continuato a scorrere,
lasciandoci indietro,
infelici e lontane,
incurante che
come l’acqua sul ferro,
arrugginiva quel legame
di infanzia.
Perché? Perché l’abbiamo permesso?
Perché ci siamo allontanate,
strappando dal giorno quei momenti lieti,
di tortini al cioccolato
e di stelle nel cielo blu?
E io temevo,
temevo di venire da te,
di aprire quella porta,
che per me,
mai era stata chiusa,
per paura di incontrare
nei tuoi occhi dolci
delusione e accusa.
“Ti voglio bene, zia”
Vorrei dirti,
insieme a tante altre cose,
confessioni e confidenze,
e incontrare
il tuo sguardo amorevole,
aspettando che
tu mi abbracci
e mi dici che tutto va bene.
“Andrà tutto bene, zia”,
Questo ora ti dico io,
“supereremo tutto
E torneremo a sorridere…
È una promessa.”