–La Redazione-
La Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock fu una manifestazione che si svolse a Bethel, città nello stato di New York, dal 15 al 18 agosto del 1969, al culmine della diffusione della cultura hippie e significò sì musica ma anche un nuovo tipo di comportamento sociale, alternativo: sesso libero, convivenza interrazziale, utilizzo di stupefacenti e disprezzo delle convenzioni, prima fra tutti quella della chiamata alle armi per il Vietnam.
La speranza dei giovani hippies era costruire un mondo migliore fondato sui principi della pace e dell’amore. La musica e la letteratura, arti divulgatrici di libertà e uguaglianza, erano le loro alleate, le muse ispiratrici.
Cosa è rimasto di Woodstock?
I 500 mila giovani che hanno partecipato a Woodstock hanno tracciato un percorso che si è attestato indelebilmente nella storia, in primis nella musica.
Il festival ospitò musicisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin, The Who, Santana, Crosby, Joe Cocker, Stills, Nash & Young, e tanti altri, che sono ancora oggi delle icone della musica per i giovani.
L’eredità di Woodstock riguarda anche la moda. Le giovani generazioni amano lo stile hippie,vestiti a fiori, collane, guardano al festival come a un modello di stile. I principali brand, di conseguenza, si sono adeguati, gli influencer si fotografano con shorts strappati, top, capelli lunghi, anche se, nello spirito della manifestazione, “festival” e “moda” erano concetti inconciliabili.
A Woodstock ci si vestiva in modo libero, individuale, ribelle, autonomo, opponendosi alle tendenze della moda del momento.
Ma forse Il lascito più grande del festival è stato insegnare e praticare il valore della musica, capace di riunire le persone e far loro condividere le esperienze, gli ideali e l’odio di ogni forma di guerra, il desiderio di pace e la speranza di … un mondo migliore.