∼A scatenare il dibattito nel periodico incontro (in videocollegamento) del gruppo di redazione è stata una domanda: <Voto ai sedicenni, pro o contro?>>. Dopo attimi di silenzio Anna prende parola per sciogliere il ghiaccio che c’era tra di noi. Con sicurezza afferma: << Il voto ai sedicenni, giusto o meno, è un argomento di cui si discute molto. Io non sono d’accordo su tale proposta. Pochi di noi alla nostra età si possono ritenere maturi e tanti nemmeno alla maggiore età lo sono. Votare è una responsabilità molto importante che deve essere presa con coscienza perché votiamo chi ci deve rappresentare ed è giusto che si voti con criterio>>. Così anche per Carmelinda, in maniera lapidaria: <A sedici anni non si ha la maturità>>. A conferma di un certo scetticismo c’è anche chi come Antonio e Antimo vorrebbe addirittura aumentare l’età di voto. Mentre il dibattito cominciava a scaldarsi, ci è sorta spontanea una domanda “Dare il voto ai sedicenni potrebbe essere uno stimolo per diventare più responsabili?”. Interviene Martina: < <<Sono d’accordo a dare il voto ai sedicenni, magari potrebbe essere sbagliato poiché si è ancora piccoli ma credo che l’età non definisca la maturità di una persona >>. Tale tesi viene sostenuta anche da Giovanna e Antonella. Molti esperti e studiosi propongono di abbassare l’età del voto: e c’è anche chi sostiene che vada eliminata del tutto. Nella storia della politica l’età del diritto di voto è variata molto ciò conferma che non c’è un’età in cui si diventa maturi. Potrebbe essere una possibilità per dare voce ai giovani per poter decidere da chi farsi rappresentare per il proprio futuro. Ma ciò non convince del tutto altri partecipanti al dibattito. Per es. Mena, la quale afferma:<< Non affiderei questo compito ai sedicenni perchè non tutti sono maturi per poter votare. Raggiungendo i 18 anni, anche se intercorre un breve lasso di tempo, ritengo che si possono acquisire più conoscenze. A 16 anni hai la testa altrove e sei meno interessato alla politica>>. Ma queste conoscenze non potrebbero essere sviluppate in classe aggiungendo ore di educazione civica con la possibilità, quindi, di formarsi prima del diritto al voto? “La paura di dare la possibilità a ragazzi – sostiene Luciano – è la considerazione che si lascino dominare dalle emozioni. È facile influenzare la loro opinione e strumentalizzarli. Molti vengono influenzati dai familiari e di conseguenza si darebbe più forza a chi già vota. Essi non hanno esperienze tali da potersi identificarsi in un partito”. Interviene, poi, uno dei maturandi, Francesco: <<Sono d’accordo, perchè la mentalità che ho adesso l’avevo anche a sedici anni. Sono delle età troppo vicine per fare un “salto” così grande. Non credo che i 18 anni siano una meta di maturità. >>
Dare il voto ai giovani potrebbe risultare da irresponsabili ma può permettere ad un ragazzo di maturare le sue conoscenze politiche e di prendere le decisioni future con molta più responsabilità. Molti sedicenni hanno opinioni costruite da fatti e si interessano anche alla politica… perchè non devono avere la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare? Siamo molto di più di una popolazione nata sui social. Ci interessiamo ai problemi ambientali, sensibili alle discriminazioni sessiste e omofobe. Non credo che la discussione debba essere basata sulla poca consapevolezza dei nostri coetanei. Molti adulti sono nella stessa situazione. A molti non interessa nulla di politica, è vero, ma a diciotto non pensiamo che avrebbero maggior consapevolezza di essere passati ‘nell’età adulta‘. La proposta stimolerebbe l’elettorato giovanile, e porterebbe la classe politica ad occuparsi di noi. Noi siamo il futuro di questo paese. Bisogna dare fiducia. Noi lottiamo per le nostre idee. Potrebbe essere il modo migliore per far nascere un reale senso civico. Noi abbiamo voglia di farci sentire, di esprimere le nostre idee e le nostre preferenze; siamo stanchi di subire la politica degli altri, dobbiamo essere noi la politica! ∼ ∼∼ ∼∼ ∼∼ ∼ROSA GALLUCCIO, MARGHERITA SABATINO (4^C)