di Davide Piazzolla, 2E
Caro diario,
è da un po’ di tempo che non ti scrivevo. Sono successe tante cose in questi giorni a causa di un virus che ha colpito molte persone in quasi tutto il mondo. Mi sento veramente turbato dalla situazione che sto vivendo poiché a causa di questa pandemia sono obbligato a stare in casa, come tante altre persone, però, per il bene di tutti, dobbiamo restare a casa.
Sono ormai due mesi che viviamo in una situazione surreale in cui si può uscire solo per casi di necessità, come per esempio fare la spesa o andare a lavorare. Non so se ci crederai, però i bar, i ristoranti, le pizzerie, le ville comunali sono tutti chiusi e io non posso uscire per giocare con i miei amici. Assurdo, vero?
Questa situazione mi impedisce di andare a trovare mia nonna e i miei amici e di conseguenza mi ritrovo a dover inventare dei giochi creativi con le carte per divertirmi e concludere la mia giornata senza annoiarmi.
Non so se ti ho già scritto che il mese scorso sono partito per Roma, dove attualmente mi trovo. Sono ospitato da mia sorella, che studia qui Psicologia, e dal suo ragazzo, Gigi, per fare dei controlli di routine presso l’Ospedale Bambin Gesù.
Devi sapere che qui mi trovo bene e non faccio nulla di diverso di quello che facevo a casa ad Andria da quando è iniziata la quarantena: studio, gioco, mangio e dormo.
In questi giorni Gigi, che è molto bravo con i numeri, mi aiuta con le materie scientifiche, ma, in caso di difficoltà, anche con altre materie è sempre pronto ad aiutarmi. Lui sta lavorando da casa e quindi ce l’ho sempre a portata di mano, nonostante mi chiede di aiutarlo in alcune faccende domestiche come per esempio stendere i panni e riempire la lavastoviglie.
Io mi diverto molto con Gigi soprattutto quando si tratta di cucinare, una delle mie tante passioni, perché ridiamo e scherziamo, anche quando combino qualche guaio. Spesso, mi sveglio prima di loro e faccio molto rumore e quando Grazia e Gigi si alzano per controllarmi, mi trovano in piedi vicino al frigorifero aperto che, dopo un po’, inizia ad emettere un suono acuto molto fastidioso, soprattutto se ti sei appena svegliato.
In tutto questo, qui c’è anche Eddy, il cane di mia sorella, che ormai è diventato grande: 9 anni e mezzo, ci credi? Solitamente passa le sue giornate a dormire e a russare, ogni tanto abbaia al cane dei vicini e mi fissa quando mi dimentico di dargli il biscottino del buongiorno.
Nonostante tutto, devo ammettere che ho nostalgia della mia routine quotidiana però devo attenermi alle regole. Non vado più a scuola, ma seguo le videolezioni. Sai, devo confessarti che preferisco più la scuola perché mi permette di parlare e di stare con i miei amici, è più facile comprendere le spiegazioni dei professori e talvolta ho difficoltà a fare alcuni esercizi.
Io questa quarantena la sto affrontando in modo tranquillo, ma allo stesso tempo con tanta angoscia a causa dei pensieri un po’ negativi sul futuro. Infatti, non ho idea di quando potrò ritornare a giocare a pallone, incontrare le mie professoresse, gli amici e i parenti. Ho anche nostalgia delle uscite di classe perché con loro mi sento a mio agio e mi diverto molto, però abbiamo dei modi alternativi per stare a contatto.
Dopo aver fatto i compiti, con Massi, Peppe, Giulio e Antonio, ci riuniamo tutti su dei giochi online della Play Station (meno male che anche Gigi qui ha la sua e mi lascia giocare) come “Call of Duty: Warzone” o “Fortnite” oppure facciamo delle videochiamate di gruppo su meet solo per vederci e per parlare.
Spero che la scienza trovi il vaccino e risolva tutto al più presto possibile perché vorrei tanto andare al mare quest’estate. Però una cosa positiva del virus c’è: una diminuzione dello smog e del livello di inquinamento, infatti oggi sul telefonino ho intravisto una notizia che riguarda l’inquinamento a Roma che è diminuito del 30% rispetto ai mesi precedenti e spero che continui così anche alla fine della pandemia.
Ora ti saluto perché è arrivato il mio momento di giocare alla Play Station e già ci sono gli altri che mi aspettano! Spero di scriverti il più tardi possibile, perché questo vorrebbe dire che la pandemia è finita e ho finalmente ripreso la vita “normale” che mi manca tanto.