di Carola Vivacqua – Scarpe rosa con il tacco, shopper personalizzate, disegni, magliette colorate e valigia d’altri tempi, queste le creazioni che la fanta designer Valentina D’Andrea ha voluto condividere con noi ragazzi delle classi terze, durante un incontro di orientamento.
Emozioni speciali quelle suscitate da questa meravigliosa conoscenza, molto particolare, durante la quale abbiamo respirato il profumo del coraggio di fare una scelta di vita e di portarla avanti con convinzione e determinazione.
Valentina è una persona riservata, certamente non abituata ad essere ascoltata da una platea di ragazzini, per questo la ringraziamo di essersi messa a nudo e di averci parlato della sua grande passione: l’arte. Sin da bambina ha amato il mondo della creatività, della fantasia, dell’inventiva, così tanto, da farlo diventare il suo lavoro. Vivere di arte e di colore è per lei una continua dimostrazione di coraggio, le sue opere comunicano la sua essenza e il timore è che non siano comprese dai più. Con le opere d’arte il rischio che non vengano apprezzate e che risultino soltanto degli schizzi di colore è elevato, ma questa consapevolezza non ha frenato il suo grande desiderio di raccontare e raccontarsi attraverso le sue creazioni.
Quello che mi ha colpito non è stato l’ascoltare il concetto di passione, lo sappiamo, l’artista ha un forte sentire, quanto il suo modo di vivere l’arte. Valentina evade dal mondo reale per addentrarsi in quello della fantasia, un mondo in cui tutto è il contrario di tutto, in cui gli oggetti acquisiscono sfumature di significato e prendono vita per instaurare un dialogo con gli umani, oggetti meravigliosamente bizzarri, ma degni di rispetto come se fossero animati.
Al termine dell’incontro, la professoressa Chiantera ha chiesto di concludere con una riflessione che riassumesse il senso del messaggio veicolato da Valentina; allora un compagno ha preso la parola e ha tracciato quest’immagine: “Ora chiudete gli occhi, vi trovate nel vostro posto preferito, siete tranquilli e state disegnando, poi dinanzi a voi trovate un muro… cosa avete fatto, avete agito? Lo avete scavalcato o non vi siete preoccupati di superare l’ostacolo?”.