//VIVERE CON UN BOOMER, LA ROBOTICA IN CASA

VIVERE CON UN BOOMER, LA ROBOTICA IN CASA

di | 2024-01-18T09:59:34+01:00 18-1-2024 9:58|Alboscuole|0 Commenti

di Angelo Scalzullo, classe 3^ E  La mia è una generazione che ha a disposizione una tecnologia che fino a qualche anno fa era impensabile. L’intero scibile umano a portata di click. La possibilità di comunicare, schiacciando qualche tasto, con l’altra parte del mondo. Tuttavia avere tra i piedi qualcuno che, come mio padre, sostiene che questa tecnologia tanto esiste perché è esistita la sua generazione non è così semplice.

Ovviamente scherzo, ma è pur vero che proprio negli anni in cui mio padre era ragazzo c’è stata una rivoluzione digitale che ha portato alla tecnologia di oggi. È straordinario come tutto sia nato da qualche videogame come Pongo o Space Invaders e poi siamo arrivati alla trasformazione di macchine  complicatissime in personal computer a disposizione di chiunque senza la necessità di essere particolarmente bravi con l’informatica.

Mio padre insegna tecnologia. Nelle sue classi ha portato la robotica educativa: o cioè utilizza piccoli robot per fare attività didattica. Io sto sperimentando la robotica educativa insieme al Professore D’Elia che

insegna tecnologia nella mia scuola. Grazie a lui mi sono appassionato alla materia, ma questo, per favore, non ditelo a mio padre.

Allora ho deciso di fare qualche domanda a mio padre su questo argomento.

Innanzitutto, gentile boomer, che cos’è la robotica?

Precisiamo: io non sono un boomer. Sono un appartenente a quella che viene definita la Generazione X. Ma questo è un altro problema che discuteremo dopo in privato. Innanzitutto credo che tu voglia sapere che cos’è la robotica educativa. Infatti la robotica è parte di quei processi industriali che mira all’automazione del processo produttivo. La robotica educativa è altra cosa. Mira semplicemente ad utilizzare parte dei concetti semplificati di robotica per sviluppare nei ragazzi pensiero critico, capacità di conoscere i propri limiti,

i propri punti di forza e la capacità di lavoro in gruppo.

E quindi che cos’è un robot?

La risposta ti sorprenderà. Per me un robot è legato ad una data: 4 aprile 1978, quando venne trasmesso un cartone animato che si chiamava Goldrake. È la storia di un principe alieno che si rifugia sulla terra dopo

la distruzione del suo pianeta insieme alla sua astronave. Quando la terra viene invasa dal suo

stesso nemico, lui decide di diventarne il paladino e di combattere col suo robot alto 30 metri

contro mostri meccanici fino a quando, alla fine della serie, sconfigge il nemico e ritorna al suo

pianeta che, pare, sia sopravvissuto. Goldrake è un cartone animato che ebbe un successo straordinario.

Sì papà, ma cos’è un robot?

Hai ragione ho la tendenza a divagare. Quel robot nel cartone animato aveva un modello

antropomorfo, aveva una testa due braccia un corpo e due gambe. Somigliava ad un uomo. In

realtà non tutti i robot somigliano ad un uomo, ma tutti i robot hanno un comportamento

assolutamente antropomorfo, e te lo spiego. Noi interagiamo col mondo esterno attraverso i

nostri cinque sensi. I dati recepiti dai cinque sensi vengono inviati al nostro cervello che li analizza e ordina, in maniera volontaria o involontaria, un’azione ai nostri muscoli. Esempio: se all’improvviso una mattina tocco il bollilatte sul fuoco i miei polpastrelli percepiscono il calore, il mio cervello ordina di urlare dal dolore e contrae improvvisamente il braccio allontanandolo dalla fonte di calore. Questo comportamento è lo stesso di un robot. Il robot ha i sensori, che si chiamano così proprio perché mutuati dai cinque sensi. Il robot tramite i sensori prende dati dal mondo esterno e li trasmette ad un microcontrollore, che corrisponde al nostro cervello, e il microcontrollore comanda delle azioni a oggetti elettronici che si chiamano attuatori. Facciamo un altro esempio: l’aspirapolvere che pulisce da solo il salone di casa è un robot perché cammina, aspira e quando il sensore di contatto o il sensore di distanza riconosce uno ostacolo, lui compie un’azione cioè gira a destra o gira a sinistra. L’impianto antincendio, quello che si vede nei cinema, è un robot perché ha un sensore di temperatura e un sensore di gas e quando questi due valori superano un certo livello viene riconosciuto il pericolo di incendio e l’attuatore manda un messaggio ai vigili del fuoco, fa partire la sirena d’allarme e attiva le pompe dell’acqua, compie cioè delle azioni secondo

questo modello antropomorfo. Da questo punto di vista una lavatrice non è un robot, Prova a

mettere dei calzini rossi insieme a delle canottiere bianche e vedrai che il risultato non sarà

perfetto come quello di un robot. Mi permetto di aggiungere un’ultima cosa, potremmo anche dire che un robot è l’intersezione, è l’insieme di tre scienze; una è l’elettronica la scienza che ci consente di costruire microcontrollori, sensori ed attuatori, una è l’informatica che ci permette di programmare il microcontrollore per ricevere i dati dei sensori e compiere l’azione e l’ultima è la meccanica che ci insegna a dare un corpo al nostro robot.

Perché molte persone tendono a confondere robot e l’intelligenza artificiale?

Potrei parlare per cinque giorni ininterrottamente dell’argomento. La differenza tra un robot e l’intelligenza artificiale è la stessa differenza che c’è tra un disegno di un bambino e la modella che ha posato per Leonardo da Vinci quando disegnò la Gioconda. In realtà il robot è un oggetto meccanico automatizzato, esempio, un braccio meccanico. L’intelligenza artificiale è invece un software capace di, come scrisse

straordinariamente Alan Turing, imitare il linguaggio e il comportamento umano. Per quanto riguarda il robot si tratta della simulazione di una mera azione meccanica, mentre per l’intelligenza artificiale si parla di una simulazione dell’intelletto umano.

Proprio in virtù di questo sistema antropomorfo, ci sarà il pericolo in futuro di essere sostituiti dai

robot?

Abbiamo visto troppi film di fantascienza insieme. Quello che la fantascienza ci ha restituito, a partire dai libri di Isaac Asimov e le sue leggi della robotica, è l’immagine di un robot intelligente con una coscienza. Nessuna macchina mai potrà raggiungere questo livello di intelligenza emotiva che resta a completo appannaggio dell’essere umano. Sicuramente però i robot parzialmente hanno sostituito gli uomini già adesso in alcuni dei lavori pesanti. Nelle catene di montaggio ad esempio delle Industrie automobilistiche tutti gli operai sono stati sostituiti da bracci meccanici che svolgono il loro lavoro.

Mi stai dicendo che i robot ci toglieranno il lavoro?

Dipende da che cosa intendiamo per lavoro. Occorre intendere il lavoro non come una fotografia statica, ma come qualcosa che evolve insieme alla società. Sicuramente la tecnologia toglie il lavoro. Pensa ad esempio al lampionaio che girava le città a spegnere i lumi ad olio manualmente e che ha perso il lavoro quando tutte le città sono state investite dall’ondata rivoluzionaria dell’energia elettrica. La tecnologia però crea nuove esigenze e creando nuove esigenze crea un’enorme quantità di nuovi posti di lavoro. Ti faccio ancora un altro esempio: fino a qualche tempo fa non esistevano le colonnine di ricarica per le macchine elettriche, adesso esiste un tecnico che fa manutenzione e riparazione delle colonnine di ricarica, lavoro che fino a qualche anno fa era resistente. Preparati quindi, figlio mio, ad affrontare un futuro in cui dovrai fare un lavoro che probabilmente oggi non esiste ancora, ma che sicuramente avrà a che fare con un robot o con un’intelligenza artificiale.

Posso farti un’ultima domanda?

No, è il momento di andare a giocare alla PlayStation e di vedere chi tra di noi è il boomer.

Istituto Comprensivo Torquato Tasso di Salerno