Il 4 novembre è la festa dell’unità nazionale e ricorda la vittoria dell’Italia nella I guerra mondiale e tutti quei ragazzi molto giovani che sono partiti e hanno lasciato le loro famiglie…
Nel 1922, poco dopo la marcia su Roma, la festa cambiò nome in “Anniversario della Vittoria”; il nome originario venne ripristinato nel 1949 dopo la fine della II Guerra Mondiale.
In quello stesso giorno si celebra anche la giornata delle Forze Armate.
Verso la fine della I Guerra Mondiale il comandante delle forze armate italiane, il generale Armando Diaz, comunicò con un bollettino la fine della Guerra e la vittoria:
« La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta. L’Esercito Austro-Ungarico è annientato. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.»
La giornata dell’unità nazionale del IV novembre è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo: è stata istituita nel 1919 ed è durata fino al 1976 quando si cominciò a festeggiarla nella prima domenica di novembre. Durante gli anni Ottanta e Novanta si iniziò a trascurare questa festa, ma negli anni duemila è tornata ad avere celebrazioni più ampie e diffuse.
Anche quest’anno il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato la festa dell’Unità Nazionale appoggiando come tradizione una corona d’alloro sull’Altare della Patria, cantando l’Inno di Mameli, facendo la cerimonia dell’Alzabandiera.
La chiusura della cerimonia è stata accompagnata, come da tradizione, dal passaggio delle Frecce Tricolori.
Mattarella, lo scorso IV Novembre, disse:
“Settanta anni fa la Repubblica riconobbe, con legge del Parlamento, il 4 novembre come giornata dell’unità nazionale. Una data in cui si riassumono i valori di una identità nazionale lungamente perseguita dai popoli d’Italia con le aspirazioni risorgimentali e con i grandi sacrifici compiuti dal popolo italiano nella prima guerra mondiale”.
La comunità di Filago si è riunita lo scorso 4 novembre alla scuola media Don Milani per ricordare i caduti di Filago nella I e II guerra mondiale e, ripercorrendo la storia di quei conflitti con un sguardo ai nostri tempi e al prossimo futuro, sono intervenuti il sindaco, il vicesindaco, i parroci di Filago e Marne (frazione di Filago), il gruppo bersaglieri e le varie associazioni presenti sul nostro territorio.
Alla manifestazione era presente un nutrito gruppo di genitori.
Il sociologo Maurizio Plati ci ha raccontato di quello che è successo in quegli anni oscuri in cui la gente viveva nella miseria ed era costretta ad andare in guerra.
I bambini di quinta elementare hanno letto i nomi dei defunti della I guerra mondiale, mentre gli alunni delle Medie hanno letto i nomi dei defunti della II guerra mondiale.
Per onorare la loro memoria, diretti dalla Professoressa Spada, abbiamo cantato tre canzoni dell’epoca in loro ricordo: “La leggenda del Piave”, “Sventola tricolore” e l’”Inno di Mameli”.
Gli scorsi anni nell’area polifunzionale del nostro comune l’associazione Bersaglieri dell’Isola Bergamasca aveva istituito un piccolo museo itinerante in tutti i comuni dell’isola, con reperti bellici.
La cosa più importante di questa festa è ricordare le vite che si sono sacrificate per permetterci di vivere in un mondo di pace e l’impegno profuso da ogni soldato che ha dato la sua vita per permettere alle generazioni successive di poter vivere in libertà.
Questi sono i veri eroi da prendere come esempio e queste sono le meravigliose persone che ogni giorno dobbiamo ringraziare e ricordare.