di Teresa Scutiero 2^A In questi giorni, a scuola, con i compagni e la professoressa Stanzione,
stiamo discutendo della violenza sulle donne. Si è anche tenuto un
incontro, per parlarne.
Tra i tanti testi letti,uno mi ha ,maggiormente colpito “L’ 8 marzo in burqua”, riporta le impressioni ,le sensazioni e i sentimenti di una giornalista che indossa per poche ore il velo islamico. Io concordo con quello che ha detto nel testo la giornalista, perché
nessuna donna deve vedere la propria dignità sotto i piedi. Ogni donna è
libera e non deve sentirsi sempre goffa e inappropriata quando si muove o
parla! Il burqa non rappresenta un abito tradizionale, ma una vera e
propria prigione che non permette di vivere! Il burqa, come dice la
giornalista, è qualcosa che lacera l’anima e non fa vivere. A volte vorrei
tanto indossarlo per un po’, semplicemente per capire come ci si sta dentro.
Credo che sia un sentimento amaro e buio, anche perché nel burqa non entra
la luce del sole, e come fa una persona a vivere senza luce ? “La donna fu
creata da una costola di Adamo per essere uguale a lui, non per essere
calpestata”, diceva il Biblico libro della Genesi, riguardo la creazione.
Purtroppo, con il tempo il mondo femminile è stato più e più volte offeso
dalla malvagità maschile. Le donne non potevano votare nell’età antica solo
nel 1946 hanno ottenuto la possibilità di esprimere la loro preferenza
politica in Italia. Ironia, battute e offese sono solo pochi degli
ingredienti della ricetta della discriminazione. Molte di loro vengono
offese per una minigonna, subiscono bullismo per le mancate prove di forza,
o per la poca abilità alla guida. Ma c’è chi come come Mrs Pankhurst (la
cosidetta Mary Poppins) che fondò il movimento delle “Suffragettes”, si
oppone e vuole cambiare la società. Questa donna ha subito anni di carcere
in Inghilterra e, dopo tanta fatica, ha consentito il voto alle donne, nel
1928, facendo fare un passo avanti alla campagna per i diritti umani. Un
altro fattore che ha sminuito questi progressi è il fatto che non tutti i
Paesi del mondo possiedono tali roccaforti di libertà. Basti pensare
all’Arabia Saudita, dove fino a tempo fa la donna non poteva guidare e non
poteva uscire di casa senza un uomo al suo fianco, che di romantico ha
poco. Ma questo accade ancora oggi in molti Paesi. Inoltre è toccante la
storia di una ragazza che io considero una grande donna, oggi nota al mondo
per il suo coraggio. Malala voleva soltanto andare a scuola e imparare,
come gli altri bambini facevano, ma purtroppo in Pakistan non era
possibile, così la sua apertura mentale fu ricambiata con il colpo di
pistola di un uomo cattivo. Ad oggi è l’emblema della lotta della
discriminazione ed è la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la
pace. Per fortuna oggi la rivoluzione della donna è evidente in ogni campo.
Non esistono più professioni prettamente maschili, ma possono essere svolte
anche da donne. Inoltre nella società di oggi la donna è considerata più
sveglia e audace. A scuola sono le femmine che hanno una media migliore. Al
lavoro si dimostrano più attente al dettaglio. Siamo negli anni 2000 e
tante conquiste al femminile sono solo delle date scritte sulla carta.
Nella società di oggi, essere donna è sicuramente migliore rispetto al
passato. Ancora oggi, sui posti di lavoro, un imprenditore predilige un
maschio rispetto ad una femmina, perché non è considerata capace “di fare”. O
ancora, se una donna fa carriera ed arriva ad assumere incarichi
dirigenziali, viene sottoposta a pettegolezzi che ne mettono in dubbio le
capacità e portano a compromessi. Le donne sono anche nell’occhio del
ciclone per abusi sessuali e violenze fisiche ma anche psicologiche che
ricevono, e troppo spesso diventano protagoniste di cronaca nera
(femminicidio). In alcune parti del mondo, inoltre, ci sono donne ancora
proprietà dei maschi che sono costrette a matrimoni forzati, che tolgono
loro la felicità. Inevitabilmente, questi fatti che ancora girano
nell’odierna società neutralizzano il fascino della donna. La donna non è
un oggetto da usare e poi buttare via! La donna non deve sentirsi inferiore
all’uomo, e sottomettersi a lui! Le donne che subiscono violenza devono
testimoniarlo, non tenerlo dentro come un segreto, perché questo non è un
segreto ma un incubo. Il silenzio uccide. Nessuna donna ha il diritto di
essere sfruttata, maltrattata, considerata inutile e offesa. Pertanto non
ci resta aspettare il giorno in cui la donna sarà trattata da tutti con i
guanti di velluto, senza costringerla a sfoderare gli artigli per
difendere i propri diritti. Infine voglio concludere questo articolo
dicendo che l’AMORE per la vita vincerà sempre su tutto, l’ignoranza
soccomberà sempre all’intelligenza e l’uguaglianza sarà viva, costante ed
eterna!