//VINCENT PLICCHI: IL GIOVANE TIKTOKER ASSASSINATO DAL WEB Ilaria Pacino 4DA (Linguistico-tedesco)

VINCENT PLICCHI: IL GIOVANE TIKTOKER ASSASSINATO DAL WEB Ilaria Pacino 4DA (Linguistico-tedesco)

di | 2023-10-30T14:43:03+01:00 30-10-2023 14:43|Alboscuole|0 Commenti
Vincent Plicchi era un ragazzo bolognese di 23 anni che, durante una diretta su Tiktok, si è tolto la vita. È avvenuto di martedì sera il 10.10.2023. Il giovane era un noto cosplayer del personaggio “Ghost” del videogioco “Call Of Duty” ed era conosciuto come “Inquisitor3” sui social. Gli eventi che avrebbero portato il ragazzo a compiere tale atrocità sono ancora incerti. Tuttavia, secondo alcune testimonianze, compresa quella del padre della vittima, si è trattato di un gioco diabolico architettato da due minori. Vincent aveva conosciuto una ragazza online in quanto partecipe anch’ella del fandom di “Call of Duty”. La ragazza, pur di avere le attenzioni dal famoso cosplayer, ha mentito sulla sua età affermando di avere 18 anni per poi accusarlo di pedofilia solo per un po’ di fama. Non è lei l’unica artefice di questa calunnia, complice anche il suo ragazzo che, nonostante conoscesse la verità riguardo alla situazione, ha insistito che divulgasse delle presunte chat, rivelatesi successivamente false, che sarebbero essersi scambiati Vincent e la ragazza in questione. Il giovane è stato umiliato, insultato e accusato una miriade di volte di essere un pedofilo. Era un ragazzo sensibile che teneva a cuore ciò che la gente potesse pensare di lui. Nonostante avesse molteplici prove che dimostrassero la verità e lo discolpassero appieno dalle accuse infondate che gli erano state mosse non è stato ascoltato. Così ha deciso di chiudere il suo account Tiktok, per poi riaprirlo per compiere il cruento gesto del suicidio in diretta, assistito da migliaia fans di tutto il mondo. Questa triste storia è l’ennesimo caso di cyberbullismo. La vicenda poteva andare sicuramente in maniera diversa se solo si fosse capito il vero peso che le parole possano avere per sé e soprattutto per gli altri. Si potrà parlare sempre di cyberbullismo ma sfortunatamente non verrà mai preso in considerazione seriamente. Viviamo in una società priva di empatia che riversa le proprie frustrazioni verso il prossimo, troppo spesso nascondendosi dietro il monitor di un pc.