Giacomo Roncarà, II^ MAT – I.I.S. G. da Catino
di GIACOMO RONCARÀ (II^ MAT) – Lunedì scorso, 14 maggio 2018, siamo stati in gita a Villa Adriana con il professor Marco Testi, insieme ad altre classi del nostro istituto, per visitare le zone più importanti di questa “villa”, la più grande dell’antichità. Il fondatore fu Elio Adriano, che la costruì e la ampliò tra il 118 e il 138 dopo Cristo, durante il suo impero. Per ampliare quei palazzi nei pressi di Tivoli, in un terreno forse di proprietà della moglie Vibia Sabina, si ispirò ai suoi viaggi. In questa villa, infatti, egli fece ricostruire in maniera “esagerata” i monumenti che gli erano rimasti più impressi nei suoi viaggi in Grecia e in Egitto. I monumenti che abbiamo visitato all’interno della villa sono il Canopo, il Pecile, il “Teatro marittimo”, le terme, le “Cento camerelle”, il Mausoleo di Antinoo, gli Hospitalia, la Sala dei pilastri dorici, la Piazza d’oro.
Le terme erano generalmente, ma non sempre, suddivise in quattro parti: un ambiente con acqua fredda, una grande stanza con eliocamino, riscaldata dal calore del sole attraverso aperture sul soffitto, una parte con acqua calda, riscaldata grazie ad un sistema con doppio pavimento, nel quale passava aria calda che proveniva dalla legna bruciata nei forni sotterranei (i praefurnia).
Abbiamo poi visitato le cosiddette Cento Camerelle, probabilmente le stanze dove alloggiavano schiavi, lavoratori e dipendenti della villa, o ambienti di servizio, soprattutto magazzini. Abbiamo poi visto il Pecile, che era un quadriportico dove vi era una vasca, ancora oggi visibile, che forse era un abbellimento o forse serviva per l’allevamento ittico, necessario per le cucine della villa.
Il monumento che mi ha colpito di più è stato però il “Teatro Marittimo”, perché il professor Testi ci ha spiegato che l’imperatore si era fatto costruire un posto isolato dal resto della villa dove si poteva ritirare in solitudine. Una specie di isola artificiale, collegata con la sponda attraverso due ponti levatoi: era un vero e proprio, anche se piccolo, palazzo privato, con una biblioteca, un bagno, un edificio termale e forse un piccolo osservatorio astronomico orientato per lo studio delle stelle.
Adriano volle costruire questa, che chiamiamo Villa, per farci capire come lui vedeva il mondo interno, e quali luoghi da lui visitati preferiva ricordare: un ricordo che è stato tramandato nei secoli grazie al suo capolavoro.