//Vi racconto di me. Quando il cuore batte per altruismo e generosità

Vi racconto di me. Quando il cuore batte per altruismo e generosità

di | 2021-03-03T21:28:17+01:00 3-3-2021 21:28|Alboscuole|0 Commenti
Di Davide Lomuscio – classe I sez. H   Ero in quarta elementare e mi trovavo a scuola. Al suono attesissimo della campanella, tutti chiudemmo libri e quaderni, prendemmo le nostre deliziose merende e come ogni giorno corremmo a sederci ad un banco in fondo all’ aula. Era la nostra postazione, quella delle riunioni e dei giochi, con cui ci divertivamo a non finire. In classe c’era il mio amico Gabriele, che veniva spesso deriso e per questo era sempre triste. Fortunatamente aveva anche amici, di cui poteva fidarsi, tra i quali c’ero io. Quando lo cacciavano dalle riunioni, andavo via anche io, per stare solo con lui e rallegrarlo un po’.  I miei compagni egoisti lo allontanavano, perché non conosceva i giochi che proponevamo, anche se, detto sinceramente, non li capivo neppure io. Sotto questo aspetto eravamo uguali, solo che lui non poteva neanche osservarci. A me stava molto simpatico e mi confidava tante cose, spesso mi raccontava di tutti i suoi viaggi e del modo in cui trascorreva le vacanze. Un giorno si presentò al ben noto “Banco delle Riunioni”, ma fu respinto l’ennesima volta, quindi, mi feci coraggio e lo difesi, dicendo che fosse un’ingiustizia e che avrei voluto vedere la loro reazione, se si fossero trovati al suo posto. Nell’immediato non ci fecero caso, risposero che mi sbagliavo e cacciarono anche me dalle riunioni, dato che stavo dalla parte del mio amico debole ed indifeso. Io, però, ero deciso: avrebbero anche potuto non farmi partecipare ai giochi, ma io non avrei abbandonato Gabriele, che in fondo era il mio migliore amico. Tenevo a lui e non meritava per nessuna ragione al mondo di essere trattato così. Apprezzò molto ciò che stavo facendo per lui, anche se alla fine la situazione rimase invariata e addirittura si scusò, per aver fatto cacciare anche me, ma lo rassicurai, dicendogli che non m’importava nulla e che, comunque, mi sarei ritirato da solo, dato che avevano un comportamento pessimo ed irrispettoso. Da lì, la nostra grande amicizia crebbe ancora: le maestre, in maniera totalmente casuale, ci sistemarono vicini ed io lo aiutavo spesso nei compiti, visto che molti non riusciva a svolgerli da solo. Un giorno, durante un’interrogazione, meritò un voto alto e corse ad abbracciarmi forte, dato che molte cose gliele avevo spiegate io. Era euforico e non sapeva come ricambiare il favore, però, gli dissi che un regalo già me lo aveva fatto: era attento ed interessato durante le mie spiegazioni e aveva messo in pratica diligentemente ciò che aveva appreso. Dopo questo gesto mi son sentito orgoglioso, dato che avevo compiuto un atto generoso, cosa che non mi viene naturale molte volte, perché sono spesso egoista ed avaro.  In quel momento fui contento per lui, dato che non era solo merito mio, ma anche suo, perché ci aveva messo impegno, voglia e costanza. Ricordo, inoltre, che durante il lockdown, mi mancava molto, quindi, gli telefonavo spesso e chiacchieravamo decine di minuti, ma ora frequento la prima media, quindi, sento molto la sua nostalgia. Quando già circolavano notizie sul Covid-19, ma era ancora possibile andare a scuola, realizzammo il “TG 5^E”, accanto alla cartina, con cui informavamo gli ascoltatori dell’andamento dei primi contagi nelle regioni italiane. Per realizzare quel gioco, scelsi inizialmente solo lui, dato che era sempre seduto al suo banco con il broncio e volevo illuminare il suo volto, poi, si unirono anche altri due compagni. In questo momento stanno scorrendo rapidi nella mia mente tutti questi fantastici ed insostituibili ricordi. L’amicizia con Gabriele mi ha fatto comprendere che la generosità e l’altruismo sono grandi valori, con cui si possono ottenere grandi cose, ad esempio, creare un’amicizia di ferro e non di cartapesta e piena di bugie e falsità. Secondo me, per insegnare agli altri cosa vuol dire veramente la parola generosità, bisogna dare il buon esempio. Le persone, che ci vogliono bene, devono avercelo dato e noi dobbiamo trasmetterlo agli altri, fino a creare un mondo buono, dall’animo sensibile. Oggi si è sempre egoisti, si pensa solo a se stessi, si è indifferenti, si dovrebbe, invece, imparare a regalare, senza pensare di ricevere nulla in cambio. Io sento nel mio cuore che continuerò questa “MISSIONE DI GENEROSITA’ ED ALTRUISMO”.