Teresa Peluso, 2^B – Io sono Gioacchino Rossini, un compositore italiano, sono nato nel 1792 a Pesaro nelle Marche. Mia madre si chiamava Anna Guidarini, era una cantante e proprio lei mi ha trasmesso la passione per la musica, invece mio padre, Giovanni Antonio Rossini, suonava la tromba in una banda cittadina.
Io sin da piccolo adoravo cantare e lo facevo con la mamma. A quattordici anni ho scritto la mia prima opera. Sono sempre stato una persona che cambia umore facilmente, quindi le mie opere avevano diversi temi: drammatici, buffi, seri e semiseri. La prima opera che mostrai fu “La cambiale di matrimonio” e la rappresentai a Venezia, al San Moisé; ebbi tanto successo e ciò mi incoraggiò tanto che nei giorni successivi scrissi ben trentasette opere.
Mio padre, per quanto riguarda la politica, appoggiava la Rivoluzione Francese e per questo fu incarcerato; ma nonostante ciò continuò a esporre le sue idee e quindi andammo a vivere a Ravenna. Studiai canto, pianoforte e spinetta all’Università di Bologna.
Non sono mai stato bravo a scuola, anzi combinavo molti guai e non studiavo mai, ma la musica è stata l’unica cosa in cui mi sono impegnato al meglio e ho messo tutte le mie energie. Io seguii molto Mozart, fui soprannominato “Il tedeschino” per il modo rigido con cui scrivevo.
Una volta diventato bravo e, avendo acquisito un mio stile, fui soprannominato il “Cigno di Pesaro”.
In amore non sono stato molto fortunato, mi innamorai della Marcolini, ma nel viaggio per andare a Napoli incontrai la Colbran e fu amore a prima vista.
Lasciai la Marcolini e mi sposai con la Colbran. Solo dopo scoprii che giocava d’azzardo. Lei si ammalò e la mandai a Bologna da mio padre, mentre io rimasi a Parigi. Qui iniziai ad avere i primi acciacchi e una giovane donna mi aiutò a curarmi, la Pélissier, che sposai.
Andammo anche in Italia da mio padre e mi accorsi che la Colbran era un peso per lui. Io ho scritto molte opere come: “La Gazza Ladra”, “La Cenerentola”, “Il Barbiere di Siviglia”, “Il Guglielmo Tell”.
Oltre alla musica adoro mangiare, infatti preparo molti menù e come la musica anche ciò che cucino mi deve soddisfare.
In tutta la mia vita fino ad ora ho pianto tre volte: una volta ascoltando un musicista, una volta perché, andando a pescare, mi è caduto il tacchino ripieno con i porcini nel fiume e una volta quando è morta mia madre alla quale ero molto affezionato. Io sono ipocondriaco e ciò mi ha portato a mangiare tanto e a essere un po’ depresso.
Ultimamente mi sento molto solo anche se mia moglie, la Pèlissier, fa di tutto per colmare ciò, invitando amici e conoscenti a casa.
Ho avuto una vita abbastanza bella, ho avuto successo, ma, purtroppo, non sono mai stato felice al cento per cento perché – come si dice – il successo o i soldi non fanno la felicità.