Anna Piovesan, 3^C –
Oggi partiamo. Papà ce l’aveva detto di andarcene quando sarebbe partito per la guerra anche lui e la mamma ha decido di ascoltarlo. Ha detto che in Svizzera ci saremmo trovati meglio che in Italia.
“Sei tu l’uomo di famiglia d’ora in poi, Pietro! Toccherà a te occuparti di Maria, Luisa e la mamma quando io sarò al fronte. Ma non preoccuparti, ci scriveremo delle lettere molto spesso e potrai dirmi quello che vorrai.”
Mi aveva detto questo, papà, sul ciglio della porta di casa con il borsone sulle spalle. Mamma è scoppiata in lacrime e lui l’ha abbracciata. Ci ha salutati tutti con un bacio, con la speranza di potercene dare ancora tanti altri.
Aveva il sorriso. Ma non era lo stesso sorriso di quando ci vedeva giocare tutti insieme. Non era lo stesso sorriso di quando, la domenica mattina ci portava tutti a fare una passeggiata al parco vicino a casa, o di quando ha sentito per la prima volta la voce di Maria dire “Papà!”. Non era lo stesso sguardo.
Il cielo era grigio. La strada era deserta. C’era solo papà che si allontanava da noi…
Abbiamo preparato le valigie questa mattina, dopo la colazione.
“Solo lo stretto indispensabile” ha detto mamma. Mentre le preparavo la valigia, Luisa ha cominciato ad urlare. Diceva che voleva abbracciare ancora papà, che di lì non si sarebbe mossa se non l’avesse rivisto.
Ho cercato di calmarla dicendole che saremmo tornati qui una volta al mese e che avrebbe rivisto papà. Avrei voluto credere anch’io alle mie parole, ma non volevo illudermi.
Siamo saliti in treno e mamma ci ha già avvertiti che ci tratterranno al confine per molti controlli. Io non ho risposto. Ho girato lo sguardo verso il finestrino. Mi sono reso conto che quei parchi, quelle case, quei paesaggi non li avrei più rivisti per molti anni. Mi mancheranno le nostre gite in campagna, il fiume dove trascorrevo ore con i miei amici a giocare con i sassi e a fare a gara a chi li lanciasse più lontano nell’acqua. E la nostra casa, piena di ricordi, di risate, di momenti importanti e anche di lacrime, a volte.
Certo, in Svizzera ce ne sarà un’altra, di casa. Ma nessun altro posto sarà come quello che stiamo lasciando.
E neanche io sarò più lo stesso, credo.
Senza papà sarà tutto molto diverso.