//Usiamo correttamente Internet?

Usiamo correttamente Internet?

di | 2021-11-10T17:56:40+01:00 10-11-2021 17:42|Alboscuole|0 Commenti
di Guido De Fusco – 5^C –
Nel nostro secolo, Internet è considerato una delle più rivoluzionarie innovazioni tecnologiche che l’essere umano abbia mai realizzato. Dall’entrata in vigore e dalla sua diffusione capillare nella quotidianità, ha cambiato radicalmente il modo di vivere e di pensare dell’uomo; più precisamente, ha sovvertito il mondo in generale.
La rete e ,in particolare, il web e i social network hanno dato adito a ferventi discussioni in merito alle conseguenze connesse all’uso che se ne fa. Al riguardo, ha ottenuto fama ed esimi apprezzamenti la dissertazione di Roberto Saviano (uno dei più noti intellettuali e pensatori italiani della nostra epoca) nell’articolo OnLife,: “Il mio viaggio nel web oscuro”, del 17 ottobre 2019 comparso sul sito www.repubblica.it .
La critica di Saviano si apre con la citazione della prima legge sulla tecnologia dello storico statunitense Melvin Kranzberg: la tecnologia può essere adoperata per finalità buone o cattive, ma non è affatto neutrale, nella misura in cui dietro ad essa coesiste l’agire di un individuo.
Di primo acchito, si possono erroneamente considerare i motori di ricerca, le piattaforme di chat o i social network luoghi neutrali, ma in realtà non è così.
Principalmente, nei social  la scelta è quella di attivare il cervello rettile (la parte del nostro cervello legata agli istinti e agli impulsi) degli individui, tenendoli il più possibile ancorati alla piattaforma e privilegiando la quantità e non la qualità dei contenuti propagati.
A supporto di quanto enunciato, è opportuno inserire l’asserzione dello studioso Roger McNamee, che considera la dinamica della rabbia motore primo dei social, in quanto estremamente utile a rendere virale il contenuto.
Purtroppo ci sono ben pochi argini per limitare questo grosso problema. A questo proposito, è utile riflettere sul paragone tra il mercato delle auto e il mondo dei social: sia le case produttrici di auto, che i gestori dei siti web, offrono agli utenti strumenti capaci di violare i limiti consentiti dalla legge. Tuttavia, se alla guida di un’autovettura vengono infranti i limiti di velocità, o altre norme del codice stradale, si può andare incontro a sanzioni (come, ad esempio, le multe, il ritiro della patente, ecc.); al contrario, nel mondo dei social è praticamente garantita l’impunità per ogni sorta di contenuto o comportamento (insulto, bugia, manipolazione, ecc.) che mira a violare e intaccare la privacy e la libertà altrui.
Ci stiamo rendendo conto che, nell’universo dei social network, è reputato autentico l’individuo che si esprime con tono sarcastico e che difende sé stesso e i propri interessi.
Non è invece ritenuto ammissibile il comportamento di colui che si prodiga disinteressatamente per il bene e la felicità collettivi.
Il paradosso è proprio questo: perseguire atteggiamenti che approdano a un sentimento di amore solidale è nettamente impossibile, dal momento in cui è considerato veritiero soltanto colui che difende il suo spazio vitale.
È esattamente questo l’odio di cui si inebriano i siti web, che è alimentato dagli algoritmi e dai filtri di queste piattaforme che si fingono estranei ma sono organizzatori dei meccanismi di difesa identitaria e di odio che caratterizzano la maggior parte dei contenuti e delle informazioni che vengono versati nell’immenso “oceano” di Internet.
In realtà, essi incentivano e promuovono tali contenuti, perché ciò consente loro di avere molte interazioni e quindi, di conseguenza, più informazioni sugli utenti. Ai siti che usano la rete interessano principalmente queste ultime, in quanto, gli utenti non sono per loro dei clienti, piuttosto dei prodotti da vendere.
Noi preferiamo supporre che, ovviamente, il web e i social non siano solo questo, anzi, la loro essenza si erge sulla diffusione del sapere, l’opportunità di comunicare con immediatezza con persone da tutto il mondo, la condivisione o la creazione di idee e innovazioni sensazionali.
Purtroppo ciò sopravvive ed è stato accantonato in limitrofi spazi, poiché l’irreversibile trasformazione di questo mondo raccapricciante, che è stato creato, è completamente avvenuta.