di Bartolacci Valentino, classe II A – Dal giorno in cui si è tenuto l’incontro con il professor Chiaretti Angelo, dantologo di grande fama, non posso far a meno di pensare che la “Comedia” di Dante sia davvero un’opera straordinaria ed infinita, perché sembra contenere tutti i concetti, le metafore e gli insegnamenti che un libro può richiamare. La sua lettura ti porta a viaggiare nell’antichità, con mille personaggi, alcuni veramente esistiti, altri invece frutto dell’immaginazione straordinaria dell’autore. Infinita, inoltre, perché è un libro che il tempo non ha invecchiato, che si continua a studiare e che appassiona. Siamo stati fortunati poi ad avere professori di alto calibro che hanno contribuito a spiegarci meglio i segreti dell’autore, oltre a quelli dell’opera stessa. Vedere Dante inoltre nelle vesti di medico è stato davvero interessante, anche perché siamo riusciti a capire più aspetti di lui e delle allegorie presenti nella “Divina Commedia”. Sappiamo poi che il celeberrimo autore fu spesso turista in Romagna, nei luoghi a noi vicini; il castello di Gradara si dice sia il luogo dove si svolgono le famose vicende di Paolo e Francesca, a cui Dante dedica un canto dell’opera. Il sommo poeta, inoltre, assieme a Guido Cavalcanti faceva parte della brigata “mangereccia” formata da alcuni illustri fiorentini, quindi abbiamo capito che gli piaceva anche divertirsi, oltre che scrivere opere di successo internazionale. La lezione magistrale del prof. Chiaretti, al quale dobbiamo un grande ringraziamento, è stata davvero interessante e ci ha aiutato ad approfondire meglio i contenuti sui quali lavoreremo a lungo e con grande interesse.