Di Andrea Rizzitiello – Classe II sez. F
“L’eruzione vulcanica più potente degli ultimi trent’anni”, così definita l’eruzione del vulcano Hunga-Tonga avvenuta negli ultimi giorni.
Avvenuta sull’isola Tonga del Regno Polinesiano, con gravi danni per la popolazione.
Secondo gli specialisti un’eruzione con tale potenza, circa 500 volte una bomba nucleare, avviene ogni 1000 anni, infatti l’ultima registrata con tali conseguenze risale al 1100 d.C.
Tutto nasce con un terremoto avvenuto il 20 dicembre sino ad arrivare al 13 gennaio, terminando con una eruzione che ha emesso anidride carbonica che ha raggiunto lo strato più superficiale dell’atmosfera e non solo: pare che stia facendo il giro del mondo già per la seconda volta.
Tutto ciò è stato provocato dalla collisione di due placche oceaniche, quella dell’oceano Pacifico e quell’Australiana.
Queste eruzioni sono così imponenti che la caldera, depressione simile ad un cratere sottomarino con un diametro di 5 chilometri, collassa all’interno aumentando così di profondità.
Sono state verificate piccole eruzione nel 2014 e 2015, maggiormente lungo i margini della caldera, al contrario di quella recente, che si è verificata nel vero e proprio cuore di essa.
Ma come è possibile? Essendo un vulcano sottomarino, la fuoriuscita di magma e lava sarebbe dovuta essere stata attutita dall’acqua formando così uno strato solido di lava incandescente.
Bisogna dire però che ci sono state due eruzioni principali: la prima ha prodotto solo cenere e nubi, la seconda è stata più violenta con lava, lapilli e gas che hanno raggiunto i 130 chilometri di distanza dal vulcano, questi segni certificano che il vulcano Hunga-Tonga si sia risvegliato.
Secondo gli esperti, questa eruzione porterebbe ad una serie di nascite di nuove epidemie e carestie, con la gente del luogo che non ha più condizioni igieniche ottimali.
Finora sono stati registrati centinaia di feriti e decine di morti e secondo i geologi ci dobbiamo preparare per un’altra potente eruzione vulcanica.