Oggi è stata una giornata talmente importante e interessante, che non potevo fare a meno di raccontarla. Questa mattina abbiamo avuto l’incontro con la comunità del Soggiorno Proposta di Ortona! Devo confessare che sia io che i miei compagni l’aspettavamo da tanto e che eravamo piuttosto ansiosi!
Io, essendo una ragazzina curiosa, nei giorni precedenti all’incontro, avevo cercato di farmi un’idea generale sulla realtà che avremmo incontrato, non avendo la minima idea di come fosse realmente. Appena arrivati, mi sono trovata davanti a “strutture” distanti l’una dall’ altra, circondate da aree verdi; tra queste c’ erano persino una cappella e un grande padiglione chiuso dove io e le altre due classi siamo stati accolti. Ero molto felice ed entusiasta, perché poter vedere con i miei stessi occhi il Soggiorno Proposta mi avrebbe chiarito tutti i dubbi che mi ero posta. In effetti io la immaginavo diversamente, invece mi sono trovata davanti degli edifici non eccessivamente grandi dove gli ospiti possono dormire, mangiare, lavorare e riprendere in mano la propria vita; tutto però in tempi ben stabiliti. Per riprendere contatti con la realtà gli utenti praticano, a turno, dei mestieri; per esempio c’è chi cucina, chi coltiva, chi alleva animali, chi sistema la legna e chi lavora il legname……..
È stato interessante ascoltare le varie storie di persone che in passato hanno commesso il grande errore di cadere nella dipendenza dell’alcol o della droga….. ma è stato ancora più emozionante sapere che, nonostante la rabbia e il rancore, erano lì per non permetterci di sbagliare, come purtroppo hanno fatto loro. Non posso nascondere il fatto che sia stato veramente commovente sentirli parlare ed interagire con noi! Durante il percorso, fatto insieme ad uno dei giovani, abbiamo avuto modo di fare domande e ricevere risposte, di osservare, chiedere, ascoltare, riflettere, scambiarci sensazioni ed emozioni. Il tempo non è stato clemente con noi perché ci ha impedito di godere pienamente dell’esperienza e soprattutto di apprezzare la bellezza dei luoghi esposti sul mare, ma l’atmosfera accogliente ha attutito anche il freddo. La testimonianza più toccante è stata quella di un ventiquattrenne che ci ha parlato con molta franchezza e come se ci conoscessimo da sempre, tanto che non ci siamo sentiti ospiti, ma quasi fratelli minori. Ci siamo lasciati con uno scambio di sensazioni e riflessioni e il nostro compito è stato quello di esprimere ciò che ci aspettavamo, quello che avevamo trovato e quanto ci saremmo portati dentro andando via: tanto, anzi tantissimo.
È stato sorprendente scoprire che ci sono comunità, come questa di Ortona, che cercano di aiutare persone in difficoltà e con problemi molto seri e complicati.
Inoltre è proprio vero che tutti possiamo diventare dipendenti di un qualcosa; noi giovani in particolare lo possiamo essere non solo di droghe ma anche di un oggetto elettronico o di una moda, anzi forse già lo siamo! Perciò, a parer mio, nella vita bisogna sempre aiutare il prossimo senza giudicarlo o escluderlo perché un giorno ognuno di noi può avere bisogno di essere aiutato.