Negli ultimi anni stiamo riscontrando un problema che riguarda un po’ tutti: l’inquinamento dell’ambiente che la plastica sta causando.
La produzione della plastica per realizzare numerosi oggetti di uso quotidiano, all’inizio era vista come una scoperta che avrebbe potuto rivoluzionare il mondo, ma adesso, nel 2022, stiamo cercando in tutti i modi di ridurre il più possibile l’utilizzo di questo materiale per i tanti problemi che sta causando all’ambiente, tra cui l’estinzione di numerose specie di animali, soprattutto marini.
Per arginare il problema, negli ultimi anni i governi di molti Paesi hanno introdotto la PLASTIC TAX: un’imposta sulla plastica, più precisamente sui manufatti con singolo impiego, ma questa tassa non sta producendo gli effetti sperati.
Oggi un sistema di smaltimento potrebbe determinare una rivoluzione, dall’impatto ambientale incredibile; infatti è stato scoperto un batterio che riesce a digerire la plastica: l’Ideonella Sakaiensis.
Prende il nome da Sakai, città in cui arrivò il primo campione di rifiuti urbani che ha permesso ai ricercatori di isolarlo. Il batterio è stato scoperto in Giappone nel 2016. Il PET è il materiale di cui sono fatte le bottiglie di plastica: grazie a due enzimi che collaborano in un processo di digestione, I’Ideonella riesce a degradare la plastica in massimo 6 settimane, a 30 gradi. Il gruppo di ricerca ha ingegnerizzato uno dei due enzimi, rendendolo in grado di lavorare più velocemente.
Questo processo di smaltimento non è ancora pronto all’utilizzo ma intanto in Italia, dal 14 gennaio 2022, è stata adottata una direttiva antiplastica chiamata SUP (single use plastic) la quale prevede che non vengano più messi sul mercato prodotti usa e getta come piatti, posate, bicchieri, coperchi, tappi e cannucce di plastica. Questi oggetti, che rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini, dovrebbero ridursi. Resteranno in commercio solo merci di plastica biodegradabile, in attesa che Ideonella Sakaiensis sia pronta ad essere utilizzata. Solo grazie a tutti questi nuovi sistemi di riciclaggio potremo sperare di avere un mondo più pulito.
Ricerca di Pietro Lippolis – 2^F
Tratto da Flora Santilli in Buonenotizie.it