di Margherita Bigarello Classe 1^ A. – Ecco la seconda parte della mia storia, cosa posso dirvi….. se vi va, beh, leggetela!!!!
…. il tappeto era ricoperto da macchie rossastre… il bicchiere mi cadde dalle mani un suono assordante e poi… nulla.
Mi svegliai la mattina dopo coperto di sudore freddo come il ghiaccio, sentì la voce della zia che mi chiamava, allora mi alzai e mi feci guidare dal suono delle sue parole finché non sbucai nella sala da pranzo dove stranamente la zia mi sorrideva “siediti” mi invitò a fare con voce melodiosa.
Non avevo mai visto la zia tanto felice chissà cosa la rendeva cis’ allegra, poi vidi cosa stringeva tra le mani… UNA LETTERA DEI MIEI!!! Beh, non che fosse poi così epico, ma era già qual cosa, avevamo provato a contattarli con tutti i mezzi disponibili in casa, quindi avere finalmente loro notizie mi rincuorò.
Questa sensazione durò poco perché quando la aprii vidi solo una stupidissima bolletta, come potevo essere stato cosi stupido?. Diciamo che la zia non la prese molto bene anzi le sgorgarono due torrenti di lacrime dagli occhi.
Io non la presi meglio anzi cercai un po’ di conforto nella mia ciotola di cereali, non capivo proprio dove si potessero essere cacciati.
Poi ricordai quello che avevo visto quella notte, preso dall’entusiasmo mi recai nel corridoio del bagno e………….. ERANO ANCORA LI !!!! Ma cosa potevano essere?
Poi mi tornò in mente un romanzo poliziesco che avevamo letto quell’anno a scuola, così corsi in camera e lo presi.
Era piuttosto malconcio pieno di gomme da masticare e con pezzi di copertina strappati.
Lo aprii e andai al terzo capitolo quello in cui una donna chiedeva all’ispettore di risolvere il suo problema che consisteva nel fatto di ritrovare i suoi genitori che non riusciva a contattare.
Lo lessi fino al punto in cui si trovavano delle macchie sospette sul tappeto cercai di finire il capitolo.
Tornai di là con il libro. Con tutto il coraggio che avevo annusai le macchie…. sangue!
Diventai bianco come un lenzuolo, poi presi il libro e raccolsi un po’ di quella sostanza.
Tornai in camera e frugai sulla mia scrivania cercando il mio microscopio quando lo trovai misi la sostanza su dei vetrini e poi avvicinai l’occhio…