dalla Redazione del TGTassoNews – A Milano, nella Pinacoteca Ambrosiana, esattamente nella Sala della Medusa, possiamo ammirare una piccola, preziosa, teca. Dentro quella teca è conservata una ciocca di capelli biondi.
A prima vista sembra una semplice reliquia, ma in realtà è la testimonianza di una storia d’amore tra un poeta e una bella nobildonna. Per conoscere questa storia d’amore, bisogna tornare indietro nel tempo ed esattamente nel 1502, a Ferrara.
La duchessa di Ferrara amava gli artisti e ne ospitava parecchi alla sua corte.
Un giovane poeta arrivò a Ferrara e rimase letteralmente folgorato da lei e dai suoi lunghi capelli biondi.
Così, quando la sua opera, “Gli Asolani”, uscì, il poeta gliela dedicò e gliene regalò una copia.
I due cominciarono a frequentarsi sempre più spesso e ebbero una relazione platonica, ma appassionata.
Poi però arrivò la peste e il poeta fu costretto a lasciare la città. Lei rimase. E così iniziarono un rapporto epistolare a distanza fatto di bellissime lettere d’amore. Lui però aveva un pensiero fisso: i capelli di lei, e glielo scrisse. Allora lei si tagliò una ciocca dei suoi amati capelli e la inviò insieme a una lettera. Quando lui la ricevette, la volle conservare per sempre insieme alle lettere d’amore sue e della duchessa, un carteggio, definito da lord Byron come il “più bel rapporto epistolare d’amore del mondo”. I due non si rividero mai più ma continuarono a scriversi ancora per sedici anni. Poi lei morì ancora giovane e lui divenne Cardinale e quel personaggio di spicco dell’Umanesimo italiano, che noi conosciamo con il nome di Pietro Bembo.
Come quella ciocca di capelli sia giunta a Milano, non lo sa nessuno.
Ma esiste una piccola leggenda.
Sembra che in alcune notti, una luce appaia nella stanza dove si trovano i capelli. Si dice che sia la duchessa che arriva e legge le lettere di Pietro Bembo. Poi svanisce, felice perché si è sentita molto amata. Lei, la duchessa di Ferrara, la bellissima Lucrezia Borgia.