di Daniel (classe 2^B) – Eravamo in vacanza in un paesino di montagna, in un vecchio castello. Non so il motivo, ma eravamo partiti per questa vacanza in autunno. Tutto andava alla perfezione, quando il 29 ottobre, data che mi ricorderò a vita, successe un fatto terribile.
Era una cupa e fredda mattina e mi ero appena svegliato. Non volevo subito andare a fare colazione; volevo pensare a cosa fare in quella brutta giornata. Siccome non avevo idee, mi alzai dal letto. Non ebbi neanche il tempo di respirare, che si spensero tutte le luci e, con un tonfo, si chiusero i balconi del castello. Così rimasi lì, al buio, impietrito dalla paura. Avrei potuto correre, urlare, nascondermi nell’armadio o sotto il letto. Invece no! Rimasi immobile. E che silenzio! Per un minuto sembrava di essere in cimitero. Poi un sibilo ruppe il silenzio. “Mamma, papà, dove siete!” urlai. Nessuna risposta. Anzi, ci fu un lampo di luce proveniente dalla cucina, che percorse le scale e si fermò davanti alla mia camera.
L’unico momento in cui avrei dovuto stare fermo, iniziai a correre e urlare, per poi nascondermi sotto le coperte del letto. Siccome non si vedeva niente, decisi di sbirciare. Appena feci capolino, venni accecato dalla luce che mi avvolse. Per fortuna, avendo i riflessi pronti, mi ritrassi immediatamente sotto le coperte. Sfortunatamente sbattei il polso nel muro; poi ritraendolo verso l’altra mano mi scoprii. Con la coda dell’occhio vidi che la luce misteriosa non c’era più. Così decisi di andare nel giardino del castello per chiedere aiuto.
Scesi dal letto e quatto quatto percorsi la mia camera: sembrava lunga chilometri. Appena usciti percorsi a passi felpati il corridoio e le scale. Infine corsi e uscii dal castello. Stava piovendo. La pioggia era fittissima. Decisi di tornare dentro e, con un salto ad occhi chiusi, entrai. L’aria era così densa che si poteva tagliare con un coltello e aveva un odore di muffa. Tutto era ancora buio. Chiusi nuovamente gli occhi e poi li riaprii. Mi trovai all’entrata della cucina, con luce accesa e i balconi aperti. Mia mamma, mio papà e mia sorella erano seduti a tavola a mangiare. Dopo qualche secondo mia madre esclamò: “Finalmente! Vieni a sederti o si raffredda la colazione!”.
Questo è tutto. Un mistero inspiegabile!