a cura di Gabriele Camilletti – classe II/B – scuola Secondaria di I grado –
Alla Scuola Secondaria “Galeazzo Alessi” di Santa Maria degli Angeli, abbiamo avuto la fortuna di intervistare la scrittrice Amneris Marcucci, durante la settimana della lettura.
Buongiorno.
“Buongiorno, sono molto contenta di fare questa intervista.”
Iniziamo: quando è nata la sua passione per la scrittura?
“La mia passione per la scrittura è nata molto presto, avrò avuto dodici anni, ed è durata nel tempo. Quando avevo un’intuizione o se volevo fissare un’idea, un’emozione e non avevo un quaderno a disposizione, sono riuscita a scrivere ovunque:su pezzi di carta, scontrini, tovaglioli.
Mi può fare un esempio di un qualcosa che le è rimasto impresso in mente e che poi ha scritto?
“Certamente. Mi trovavo ad Assisi e vidi un lampione avvolto completamente dalla neve. Suscitò in me una forte emozione che me lo fa ricordare ancora oggi.”
Il suo primo libro, invece, di cosa parla?
“Il mio primo “libro”, se possiamo chiamarlo così, è una piccola agenda che mi regalò una mia compagna delle superiori. In questa agenda ho trascritto le prime poesie e, per me, è molto preziosa.”
Oltre alla poesia, c’è qualche altro genere che le piace?
“Quando ero ragazzina, ero un’appassionata di libri gialli. I miei fratelli, però, non volevano che li leggessi perché ero piccola, la più piccola tra sette figli. Io li prendevo di nascosto e li leggevo in bagno.”
Leggendo queste risposte si può intuire che lei non si arrende mai pur di leggere. Lei ha anche insegnato, mi potrebbe dire dove e per quanto tempo?
“Io, dopo essermi trasferita a soli ventitré a Santa Maria degli Angeli, ho insegnato in molte Scuole; l’ultima, in ordine di tempo è stata il Liceo Scientifico di Assisi in cui sono stata per circa venti anni.”
Lei, prima, mi ha parlato del suo primo “libro” ovvero quella piccola agenda. I suoi primi veri racconti di quale tema parlano?
“Il mio primo romanzo si intitola “Primule e Carri Armati”; è ambientato a Città di Castello nel 1969 e parla della vita di giovani liceali.”
Era costoso pubblicare libri all’epoca?
“Si, era costoso: stampavano almeno mille copie e produrle significava spendere molto. Uno dei miei fratelli, però, pagò per intero le spese.”
Lei, nel tempo, ha dovuto in qualche modo adattarsi a delle nuove regole grammaticali nei suoi testi?
“Sì, mi sono dovuta adeguare a modalità particolari sull’uso delle virgolette nei discorsi diretti e ad esempio sull’uso dell’accento in sé stesso; io non l’avrei mai messo!
Quindi, come altre sue colleghe dello scorso secolo, si è dovuta “scontrare” con l’inevitabile evoluzione della lingua.
In un certo senso, direi di sì.
Mi può elencare i nomi di libri che ha scritto?
“Dopo il primo romanzo ho pubblicato altri libri: “Frate Iacopa”, che descrive l’amicizia tra Jacopa e San Francesco. “Maria dell’Isola”, romanzo tratto dalla storia reale di una donna di nome Maria, ambientato in luoghi molto belli; “La bottega della sarta”, ambientato a Santa Maria degli Angeli, in tempo di guerra, storia che parla di mia suocera e delle ragazze che andavano ad imparare il lavoro di cucito;. “Diario Poetico di Viaggi”, ultimo lavoro, che parla di alcuni miei viaggi ed è costituito da poesia, prosa e ha una forma simile al diario.”
Ci ha detto che, quando ha incominciato a pubblicare libri è stata aiutata da suo fratello. Si può dedurre che, oltre ad essere una brava scrittrice, ha anche avuto la fortuna di essere stata appoggiata dalla propria famiglia.
Lei ha fatto molti viaggi, la mia domanda è: c’è mai stato un luogo che l’ha particolarmente “aiutata” nella scrittura?
“Sicuramente ci sono vari luoghi che mi hanno affascinato, ma sono stata particolarmente aiutata da luoghi particolari:gli archivi; quelli militari visitati a Roma, Perugia e Spoleto ed altri;mi sono serviti molto per ambientare storicamente alcuni romanzi, riportando informazioni reali.”
Oltre alla lettura, ha qualche altra passione?
“Sono molto appassionata di spettacoli teatrali, ho anche scritto testi su miti e leggende.”
Grazie mille professoressa, è stato un piacere parlare con lei.
“Sono io a ringraziarti, trovo che l’intervista sia stata curiosa ed interessante.”