Un sabato pomeriggio particolare, un sabato pomeriggio di riflessione, ascolto, approfondimento e condivisione, quello trascorso il 19 novembre nel Salone dei Quadri del Comune di Sessa Aurunca da tutto l’I.S. Agostino Nifo. L’occasione è stata data dalla signora Laura Ephrikian, attrice, pittrice e autrice del libro autobiografico “Una famiglia armena”.
Il popolo invisibile, questo il titolo dell’incontro, ha visto la partecipazione del prof. Emanuele Aliprandi, docente universitario ed esperto di Armenia e Nagorno Karabakh, che ha guidato tutti gli intervenuti a riflettere sulle ragioni della tragedia del popolo armeno, il cui martirio iniziato nel 1915 continua ancora oggi nell’assordante silenzio europeo.
Oltre al Dirigente Scolastico che ha fatto gli onori di casa, svolgendo il ruolo di moderatore, è intervenuto anche il sig. Michele Calenzo, presidente dell’Associazione ASSOPACE, associazione che si occupa concretamente dell’accoglienza dei rifugiati politici nel territorio sessano.
La signora Ephrikian, in modo semplice ma appassionato, ci ha parlato del dramma del suo popolo e di come, ad un certo punto della sua vita, ha sentito il bisogno di ricostruire la storia della sua famiglia a partire dalle lettere d’amore dei suoi nonni. La figura del nonno Akop, descritto come un uomo bellissimo ma taciturno, che la chiamava dolcemente Gaianè, nonno che non amava parlare del passato della famiglia, e il padre Angelo importante violinista e direttore d’orchestra, ma anch’egli poco loquace sulla storia familiare, rivestono un’importanza fondamentale per la scrittrice. L’autrice racconta che quelle poche notizie non la soddisfacevano e che, quando si è sentita pronta per affrontare una storia così grande, ha pubblicato il manoscritto che sta presentando in giro per l’Italia. Nella postfazione, infatti, Walter Veltroni scrive: <<… Laura ha scelto con cura, passione e amore le parole da scrivere per esprimere al meglio fatti ed episodi del proprio adorato e “sentito” passato… Un passato che con il trascorrere del tempo è diventato sempre più prezioso per lei, sempre più forte da non poter passare più inosservato…>>. In “Una famiglia armena”, la Ephrikian conduce dolcemente il lettore nella storia, raccontando la vita di una bambina nata a Treviso nel 1940 e diventata un personaggio famoso, artista eclettica e apprezzata che nella bandella anteriore del libro scrive questa commovente poesia, dedicata alla tragedia del popolo armeno:
Allora sola, disperata,
tornai davanti al braciere
in cui brucia la fiamma eterna, e nel cuore
mi sentii nascere la
parola “ODIO”, e mentre
lacrime di dolore
scorrevano tra le mie
mani giunte, sentii
che l’odio non mi
apparteneva e pregai
solo che qualcuno
dicesse: “Perdonateci”.