Simone de Beauvoir è stata una filosofa e letterata del XX secolo. Nacque nel 1908 a Parigi da una famiglia borghese. Convintasi, molto presto, di non voler vivere come le altre donne che la circondavano, scelse gli studi e l’insegnamento per poter trascorrere la sua esistenza liberamente. La vita di Simone de Beauvoir si estende dal 1908 al 1986 e abbraccia quindi tutto il XX secolo. Gli eventi storici che hanno segnato quest’autrice sono la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. Durante la seconda guerra mondiale lavorò per Radio Vichy e dopo la guerra si impegnò a favore del comunismo dichiarandosi favorevole alla decolonizzazione e firmando il Manifesto dei 121 sulla guerra d’Algeria. Ma il suo impegno è stato soprattutto rivolto alla difesa dei diritti delle donne. Negli anni ’50 e ’60 Simone de Beauvoir venne considerata un agguerrito difensore delle donne e aprì la strada per ciò che oggi è denominato il femminismo. Firmò, infatti, nel 1971 il Manifesto dei 343 per rivendicare il diritto all’aborto. Simone de Beauvoir apparteneva al movimento filosofico dell’esistenzialismo fondato dal suo compagno Jean-Paul Sartre. Questo movimento dichiara che “l’esistenza precede l’essenza”, vale a dire che ciò che facciamo determina e costruisce la nostra identità. L’opera principale dell’esistenzialismo è L’essere e il nulla di Jean-Paul Sartre. Con Il secondo sesso, Simone de Beauvoir si inserì in questa tendenza, affermando in particolare che “non nasciamo donna, lo diventiamo”. “Essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale. Tale destino è la conseguenza della storia della civiltà, e per ogni donna la storia della sua vita.” Simone de Beauvoir rimarcò più volte e in più occasioni la sua idea che le donne dovessero prendere coscienza. “Il secondo sesso” è un testo diviso in tre parti: Destino, Storia, Miti. Il libro inizia analizzando la condizione della donna con gli occhi dell’uomo, evidenziando così la sua posizione subordinata di sposa, madre, prostituta, lesbica, narcisista, innamorata. Simone de Beauvoir analizza tutto ciò che possa portare a credere che la donna sia un essere inferiore e gli effetti che questo ha sulla loro scelta di sposarsi e di abbandonare la propria carriera. La questione alla base dell’opera è: “se i due sessi fossero considerati uguali, entrambi non sarebbero più liberi?” L’autrice sostiene la necessità di integrare la donna nella società con gli stessi diritti e doveri dell’uomo e con le conquiste che ne derivano, dalla uguaglianza del salario, alla possibilità di abortire, ad altri riconoscimenti economici. Sia in filosofia che in letteratura, Simone de Beauvoir associò l’esistenzialismo all’ateismo e alla piena affermazione della libertà umana. Nel 1958, con la sua autobiografia Le memorie di una ragazza ordinata, riuscì a raccontare i vincoli legati all’educazione di molte giovani ragazze della sua generazione. Attraverso il suo stile di vita, i suoi scritti ed il suo impegno pubblico, Simone de Beauvoir tutt’oggi resta uno dei simboli della lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne. Per scelta, Simone de Beauvoir non si sposò mai, e identificò nella scrittura il suo principale strumento di liberazione. I suoi scritti furono di ispirazione autobiografica e l’impegno letterario significò, per lei, partire sempre dalla sua condizione di donna.