dalla Redazione del TGTassoNews – oggi, noi della Redazione, vogliamo parlarvi di un affascinante mito medievale: Re Artù e la spada Excalibur. In questo mito, leggenda e storia sono mischiate tra loro nel tempo e sono giunte intimamente unite fino ai nostri giorni
La storia di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda è legata alla magica e misteriosa spada Excalibur. Come il mago Merlino aveva annunciato, solamente l’uomo in grado di estrarre la spada dalla roccia sarebbe diventato Re. Artù fece proprio questo: prese la spada, la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull’altare. Il nome Excalibur significa “in grado di tagliare l’acciaio”. Una prima tradizione (secondo Geoffrey of Monmouth, Robert Wace e Layamon), chiamava la spada Caliburn; una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwylch. La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron. Ma l’autore inglese Sir Thomas Malory scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro contro re Pellinor. Poco dopo, Artù riceve una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory, dalla prima.
La parola Excalibur ha origini molto controverse, la cui nascita si può far risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino-indoeuropeo e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un’antica popolazione di fabbri chiamati “Calibs”, Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo= dai) e Calibs: Calibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe “forgiata dai Calibi”. Dal ramo sassone il significato cambia completamente, infatti, l’odierno nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava “acciaio lucente” o “acciaio indistruttibile”.
Dopo aver estratto la spada dalla roccia, Artù diventa re e nel regno terminano le lotte e ha inizio l’epoca maestosa dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Ma la passione tra Lancillotto, il più forte dei cavalieri, e la regina Ginevra apre la seconda parte della vicenda, nella quale sulla magia buona di Merlino prevale quella cattiva di Morgana, che scatena tutte le forze infernali e porta alla morte i cavalieri partiti alla ricerca del Sacro Graal, tranne Parsifal che, grazie alla sua fede, riesce ad impossessarsene.
Contemporaneamente, Artù, determinato a voler ristabilire la pace nel suo regno, decide di combattere contro Mordred, il figlio che ha avuto da Morgana e che quest’ultima ha messo contro il padre. Merlino tenta di intervenire con le sue arti magiche in favore di Artù, ma il Re rimane ferito a morte. La spada Excalibur, raccolta da Parsifal, viene gettata in un lago e, affarrata dalla mano di una ninfa, è custodita in attesa che arrivi un nuovo Re degno di impugnarla