//Un quasi padre e una quasi figlia: recensione di “Famiglia all’improvviso: istruzioni non incluse”

Un quasi padre e una quasi figlia: recensione di “Famiglia all’improvviso: istruzioni non incluse”

di | 2018-07-11T16:50:15+02:00 11-7-2018 16:50|Alboscuole|0 Commenti
di CATERINA PONS – Famiglia all’improvviso: istruzioni non incluse (tit. orig.: Demain tout commence) (Francia; 2017) Regia: Hugo Gélin Sceneggiatura: Hugo Gélin, Mathieu Oullion e Jean-André Yerlès Produttore: Philippe Rousselet, Stéphane Célérier Cast : Omar Sy (Samuel); Gloria Colston (Gloria); Clémence Poésy (Kristin); Antoine Bertrand (Bernie); Ashley Walters (Lowell); Clémentine Célarié (Samantha); Anna Cottis (Miss Appleton); Raphael Von Blumenthal (Tom) Il film ha come protagonista Samuel (Omar Sy), un giovane uomo che vive nel sud della Francia, privo di responsabilità e preoccupazioni, dedito solo al divertimento e alla totale libertà. Un giorno, però, la sua vita viene scombinata, perché si ritrova tra le braccia una neonata di nome Gloria (Gloria Colstons), ritenuta sua figlia. Samuel, convinto di non essere per niente adatto al ruolo di genitore, si reca a Londra in cerca della madre, ma non tutto va come previsto e la situazione si ribalterà totalmente per i due protagonisti. Nonostante il film sia in buona sostanza una commedia, affronta anche temi delicati  e profondi che danno alla pellicola un tono spesso più drammatico: infatti, tutta la vicenda ruota intorno al rapporto tra il padre e la figlia, una relazione difficile e contrastata che incontrerà sulla sua strada diversi ostacoli, non ultima l’immaturità del protagonista. Samuel, infatti, si vede ancora come un adolescente che deve fare esperienza e che non può essere un buon padre (o forse non vuole, o meglio ancora non ci pensa nemmeno nell’anticamera del cervello): eppure, per quanto possa apparire a se stesso e agli altri completamente inadatto al ruolo, il ragazzo riesce a far sembrare ogni momento dello strano viaggio alla ricerca dell’altro genitore un divertimento, riuscendo così anche a colmare anche l’assenza della madre, la cui presenza pure anch’essa sarebbe fondamentale per la bambina. Comunque sia, il film vuole insegnare che bisogna godere del tempo che ci è destinato e non sprecare nemmeno un attimo della nostra vita, perché quello che viviamo hic et nunc potrebbe essere l’ultimo insieme ai nostri cari. Con questa storia Omar Sy torna al cinema in lingua francese abbandonato per i blockbuster americani (X-Men – Giorni di un futuro passato e Jurassic World), dopo il successo internazionale di Quasi amici – Intouchables, che gli ha valso la conquista del premio César come migliore attore. Seppure dotato, anche forse per il physique du role, per interpretare personaggi comici, in questa pellicola dimostra ancora una volta di poter ambire a qualcosa di più che stanche trame hollywoodiane, tra sparatorie e inseguimenti. Lo fa in questo caso con un giovanissimo regista, Hugo Gélin, già enfant prodige dell’ultima generazione in Francia, premiato solo nel 2013 con un César per il suo film d’esordio (Comme des frères), un altro racconto di viaggio di “famiglia” tra tre personaggi legati per diversi motivi ad una donna mancata da poco della quale erano l’uno il fratello, l’altro l’amante, l’altro ancora l’amico.