di Marta Loliva, Alice Pace, Federica Longo e Francesca Gentile –
Nell’ Istituto Comprensivo che frequento è stato organizzato un progetto per la prevenzione e il contrasto del bullismo e al cyber-bullismo. Le iniziative sono state diverse e sono durate circa un anno e mezzo. Un avvocato ha parlato dell’aspetto legislativo; una psicoterapeuta ha coinvolto i ragazzi in un laboratorio di scrittura creativa e musica e un’esperta di recitazione ha realizzato un laboratorio teatrale. Io e le mie amiche ci siamo incuriosite e abbiamo deciso di prendere parte al progetto. Così Marta, che è sempre alle prese con racconti e temi, ha scelto di partecipare al laboratorio di scrittura e quando le è stato chiesto di esprimere le sue opinioni ed emozioni sul tema del bullismo, non si è messa nei panni della vittima che riceve ogni giorno una critica e un insulto, ma si è chiesta cosa induce il bullo a prendere in giro i più timidi e fragili. Ha riflettuto sulle cause che portano il bullo a prendersi completamente gioco di quella che è la vita sociale della vittima. La risposta l’ha trovata scrivendo un monologo in cui ha dato voce ad un bullo, che prima di essere tale, cioè un tipo popolare e stimato da tutti, era qualcuno che neanche accettava se stesso, che non era preso in considerazione neanche dalla sua famiglia. Ha immaginato il bullo come un ragazzo che non ha nessuna spalla su cui piangere, quindi una persona sola e senza fiducia e senza neanche un po’ di stima nei propri confronti. Ha creato l’immagine di un ragazzo che cova in sé tanta rabbia e risentimento che riversa sugli altri insulti e cattive parole. Così ha cercato di far capire ai compagni del corso che il bullo fa agli altri quello che gli altri hanno fatto a lui, quindi ha consigliato di accostarsi al bullo, di parlargli, di fargli capire quello che il bullo non capisce e cioè che ha bisogno di aiuto.
Invece Francesca con il gruppo del laboratorio musicale si è divertita a scrivere una parodia sulle note musicali di “My favorite things” con un ritornello che è veramente di buon auspicio “Sorridiamo/ tutti insieme/ senza escludere… / Per costruire un mondo migliore/ in cui noi sarem seren”.
Alice e Federica hanno partecipato al laboratorio di teatro e hanno avuto modo di mettere in scena situazioni che i ragazzi alla nostra età vivono quotidianamente, come per esempio il pregiudizio, l’aggressività, gli insulti gratuiti. La recitazione ha fatto capire loro che spesso le parole e i gesti nascono dalla nostra superficialità e dalla nostra incapacità di capire le emozioni degli altri. Alice e Federica hanno capito che un’attenzione maggiore alle emozioni e alle parole possono creare un rapporto di amicizia e di fiducia tra gli adolescenti.
Il progetto si è concluso con uno spettacolo finale che si è tenuto il 17 dicembre 2019 presso l’IISS Dell’Erba con la partecipazione degli alunni del suddetto istituto, ma anche dell’I.C. Tauro-Viterbo e naturalmente dell’I.C. Angiulli De Bellis. Tanti alunni, genitori e professori di scuole diverse hanno condiviso la stessa idea di rispetto per l’altro. Io penso che l’obiettivo sia stato raggiunto perché siamo tutti più consapevoli di quello che accade ai bulli e alle vittime e lotteremo per evitare sofferenze inutili.