di Vittorio Elicio, 1G
Ed ecco che il 5 marzo arriva la comunicazione che le lezioni a scuola sono sospese. Ho pensato: altri giorni di ferie, niente scuola e niente compiti per un po’ di tempo. Ma con il passare dei giorni mi rendevo conto della situazione che non era per nulla piacevole. Ascoltavo i telegiornali e l’unica notizia che circolava era sul coronavirus. Morti, infettati che aumentavano giorno dopo giorno. Questo brutto periodo rimarrà nella mia mente per tutto il resto della mia vita, soprattutto se penso a tutto ciò che stano facendo le persone che sono in prima linea, dai medici agli infermieri, al personale che sta sulle ambulanze e al personale delle polizie che stanno mettendo a repentaglio la loro vita per salvare la nostra.
La mia via è cambiata. La normalità e le mie abitudini sono cambiate: andare a scuola, stare con gli amici, andare agli allenamenti di calcio, incontrarsi in oratorio per giocare. E’ una situazione difficile quella di stare a casa forzatamente, senza incontrare gli amici i parenti, ma credo che sia importante da parte mia, restare a casa cercando di pensare alla salute sia mia che degli altri. Se penso che tantissime persone stanno combattendo per vivere, mi ritengo fortunato a stare a casa con i miei genitori.
Ora le mie giornate trascorrono tra una video lezione e l’altra, giocare con l’Xbox con alcuni amici e guardare la tv in attesa che la situazione migliori e ci permetta di tornare quasi alla normalità.
Penso che dopo questa esperienza, quando finalmente torneremo ad abbracciarci, forse ii nostri abbracci saranno più autentici e le nostre azioni più responsabili.