di LORENZO BARTOLOMEO DAVANZO (3^ A) – Ho deciso di scrivere quest’articolo per raccontare un’esperienza che ho vissuto durante le vacanze di Pasqua assieme alla mia famiglia. Il sabato sera, avevamo appena finito di cenare con un menù speciale: capretto al forno e stavamo per cominciare una partita a briscola, quando sentiamo il telefono squillare. Mia madre risponde; è il nostro caro amico del Tirolo, nonché vicino di casa, che ormai conosciamo da molti anni. Ci propone di fare una breve escursione per andare nel bosco a vedere i cervi! Questo nostro caro amico, infatti, è anche un cacciatore. Dopo aver accettato con grande felicità l’invito Ci è venuto a prenderci sotto casa con la sua piccola macchina che va dappertutto e passando per delle stradine sterrate tra i boschetti del paesino, che solo lui conosce, siamo arrivati ad una radura con accanto un vecchio fienile in legno. Il caro amico ha distribuito ad ognuno di noi un cannocchiale con veduta a lunga distanza e in particolare ce n’era uno che misurava la distanza fra l’osservatore e il punto in cui si aveva mirata la visione! Al calar dell’ultima fioca luce del sole ci siamo incamminati per uno scosceso versante della montagna. E’ accaduto una cosa fantastica! Proprio in quel posto abbiamo visto i primi tre cervi della serata e in punta di piedi ci siamo nascosti dietro lo steccato più vicino ma al primo innocuo movimento i tre cervi sono scappati a gran velocità e così abbiamo ammirato la loro veloce e repentina fuga. Il nostro amico ci ha spiegato che I cervi si fanno vedere al termine del bosco, all’inizio delle grandi praterie, al cambio di stagione, quando le ultime nevi si sciolgono e lasciano il posto ai primi fili d’erba, di cui i cervi vanno ghiotti. Così dopo pochi minuti abbiamo intravisto altri due cervi in lontananza che hanno incominciato a correre appena ci hanno visto. Ci siamo diretti e arrivati al posto desiderato: la vedetta dei cacciatori che è una struttura in legno alta quasi come i grandi abeti circostanti ed ha una lunga scaletta che dava le vertigini a chi guardava in basso. Questa “casa sull’albero” si mimetizzava con l’ambiente circostante per non far intimorire gli animali e lasciava ai cacciatori un ampio sguardo sull’ambiente naturale. Ci siamo posizionati all’interno della casetta con i nostri cannocchiali e abbiamo atteso con il massimo silenzio che qualche animale si facesse vedere. Dopo un po’ abbiamo scorto cinque magnifici cervi che stavano brucando delle piccole erbe. (Per fortuna) il nostro amico non aveva portato il fucile perché era stagione di fermo caccia. Tutti abbiamo puntato i cannocchiali nella loro direzione e abbiamo visto che nessuno di essi aveva le corna. “Saranno tutte femmine” abbiamo pensato, ma Il nostro amico ci ha spiegato che in questo periodo tutti i cervi perdono le corna e che è possibile anche trovare un paio di corna nelle grandi praterie. Il buio cominciò ad arrivare e noi entusiasti di quello che avevamo visto siamo tornati alla macchina. La strada del ritorno era molto buia e, solo con la luce dei fari si riusciva a vedere in quella profonda oscurità. E’ accaduto che mentre facevamo l’ultima curva, prima di uscire dal bosco, ci ha tagliato la strada un piccolo cerbiatto, che molto intimorito ci ha rivolto il suo innocente sguardo per un attimo e in un attimo si è dileguato nel fitto bosco. A quella inaspettata visione siamo rimasti tutti a bocca aperta e in religioso silenzio quasi pietrificati. Ci siamo guardati in faccia e siamo rimasti felici e pieni di entusiasmo e ci scambiamo esclamazioni di stupore. Ma non è finita! Dopo la curva successiva ci sono apparsi altri due cervi sul ciglio della strada che si hanno visto solo grazie ai loro grandi occhi luminosi. L’incontro con questi maestosi e affascinanti animali dura sempre pochi attimi e bisogna essere vigili e all’erta per coglierne tutti i particolari, se si ha la grande fortuna di incontrarli nel loro habitat naturale.