di Emanuele De Matteis – la prima volta che l’ho vista mi sono detto, figurati, quella neanche ti vede. Due anni più di me, poi è bellissima.
Era al bar con gli amici. Conoscevo un paio di persone, mi sono seduto. Lei non mi ha nemmeno guardato, era tutta presa a parlare con una tizia accanto a lei. I capelli lunghi brillavano sotto il lampione del bar. A un certo punto si è voltata verso quelli accanto a me e ha sorriso, ho pensato che se mi avesse sorriso così sarei morto. Non avevo il coraggio di avvicinarmi alla ragazza perché mi batteva troppo forte il cuore: ho pensato che se mi fossi avvicinato, si sarebbe scansata subito e se avessi provato a parlarle, avrei iniziato a balbettare. Un giorno il mio amico ha fatto di tutto per presentarmi la ragazza, mi ha tirato per un braccio, ma sono inciampato e sono caduto. Rialzato, per l’imbarazzo sono diventato tutto rosso e poi ho detto al mio amico che è uno stupido. E lui incurante mi ha spinto troppo vicino al tavolo della ragazza, lei si è spaventata e si è affogata con il cibo che stava mangiando. E, per aiutarla, le ho dato qualche colpetto dietro la schiena che le ha fatto sputare il pezzetto di carne. Subito dopo non sono riuscito a dire una singola parola, come potevo dopo quello che era successo? Lei però ha capito fortunatamente il mio imbarazzo e ha iniziato a parlare:”ciao mi chiamo Luisa e tu?”. E le ho risposto:”ciao, io mi chiamo Marco”. Abbiamo parlato a lungo e ora siamo diventati amici, ma spero che un giorno saremo fidanzati.