Caro Giancarlo,
tutto è iniziato quando scrivevi i tuoi primi articoli per “l’osservatorio sulla camorra”. Lavoravi per “ Il Mattino”. Grande era in te il desiderio di informare e denunciare le attività criminali che avvenivano nel nostro territorio.Nasce così quell’articolo che “pesava” ai mafiosi.
Per loro avevi scritto troppo, stavi iniziando a dare fastidio e Il 23 settembre 1985 a soli 26 anni ti hanno sparato nella tua macchina verde a Napoli fuori casa dei tuoi genitori, qualcuno ha fatto qualcosa? Sicuramente no “io non so niente, non ho visto niente” le solite frasi che si dicono quando si uccide un innocente.Io sono una ragazza di 12 anni che è venuta a conoscenza solo ora della tua esistenza, la mia prof. di italiano, però, mi ha parlato molto di te della tua vita, dei tuoi sacrifici.Grande è stata la mia curiosità e tante erano le domande che mi facevo nei tuoi riguardi, volevo mettermi nei tuoi panni, volevo dare un senso al tuo sacrificio.Valeva la pena di morire così giovane? Che cosa ha potuto spingerti?
Sicuramente il tuo obbiettivo: fare qualcosa per la società.
Io ti scrivo per congratularmi con te perché ammiro molto questo gesto, perché anche se eri in pericolo e sapevi contro chi lottavi, sei andato avanti, resistendo fino all’ultimo. Molte persone non avrebbero avuto il tuo stesso coraggio e forza, la paura sicuramente ha determinato la loro indifferenza.La nostra società, invece, ha bisogno di persone come te, solo così la camorra può essere sconfitta. Vorrei qualche consiglio per collaborare, per aiutarti, per aiutare gli altri a vincere questa lotta contro la camorra e le mafie perché il tuo esempio ci dice di non arrenderci mai, qualunque cosa accada per un mondo migliore, non solo per me, ma per tutti gli altri, continuare a lottare per un futuro migliore senza odio, aggressività, rabbia e tristezza perché nessuno vuole un mondo così.Per sconfiggerla si potrebbe iniziare dalla famiglia che dovrebbe educare i propri figli al rispetto delle persone e all’onestà, a scuola si potrebbe continuare questo cammino, perché devi sapere che spesso anche noi bambini assistiamo a piccoli ricatti che passano inosservati forse perché non abbiamo quel coraggio che hai avuto tu.Il giorno della tua morte dovrà essere ricordato e sempre tramandato affinchè tutti ti possano prendere come esempio e non aver paura di parlare e denunciare qualsiasi atto camorristico, per questo motivo i tuoi familiari e soprattutto tuo fratello ha sempre conservato la tua auto e ora la porta come simbolo di sofferenza e di sacrificio in molti luoghi dove si radunano in tanti per commemorarti e raccontare la tua storia alle nuove generazioni.
Sarai per me un esempio di impegno, sforzo e coraggio.
Ciao, Giancarlo