di Diluksiga Mathan – Il 14 aprile è stato il Capodanno del mio Paese e io ho festeggiato così: mi sono alzata presto e ho lavato i capelli perché era un giorno speciale. Ho chiamato tutti i miei parenti per dare gli auguri. Peccato che mio papà in quel giorno è andato al lavoro! Sono andata in cucina per vedere se la mamma aveva preparato il Pongal, un dolce tipico dello Sri Lanka. La mamma lo aveva già preparato e lo aveva messo vicino alle foto delle divinità, nello Sri Lanka lo mettevamo sotto il porticato della casa, verso est. Capodanno nella mia lingua è Tamil, ma si può dire anche Puthuvarusham o Puthaandu. In questo giorno, le persone si salutavano dicendo “puthaandu vaazhthugal!” o “iniya puthaandu nalvaazhthugal!”, che equivale a “felice anno nuovo”. Quando ero al mio paese in questo giorno ripulivamo la casa e preparavamo un vassoio con frutta, fiori e oggetti di buon auspicio.Gli ingressi della casa venivano decorati con la polvere di riso colorata. Una volta anch’io l’ho fatto, però non mi è uscito bene. La mattina andavamo ai templi per pregare, stavamo tutti insieme, ma ognuno pregava nel suo cuore. Mettevamo anche nuovi vestiti e andavamo dai nonni a portare loro i rispetti e cercavamo le loro benedizioni. Quindi la famiglia si sedeva a tavola e iniziava una festa vegetariana. Noi bambini giocavamo, correvamo e inventavamo nuovi giochi. I grandi si sedevano in cerchio e parlavano, sì scambiavano i dolci e scherzavano. I miei parenti in questo giorno speciale davano una paghetta a noi bambini. L’ultimo capodanno che abbiamo fatto insieme è stato 6 anni fa a cena: eravamo di più di 20 persone! Mi manca il mio paese.