Buongiorno cari lettori,
mi chiamo Jacopo e faccio parte della classe 1^ G della scuola G. Scarpa.
La nostra professoressa Facchin ci ha proposto, nel mese di novembre, un laboratorio di burattini. Quando noi alunni abbiamo sentito di questa iniziativa eravamo tutti felici.
La professoressa ci aveva detto di portare: forbici, un pennarello giallo ed uno rosa, una scatola, ago e filo, stoffa, lana e bottoni.
Il laboratorio si svolge al giovedì alla seconda e terza ora nell’aula ex mensa.
Al primo appuntamento abbiamo conosciuto la signora Bruna che aiuta la professoressa a preparare i burattini e a controllarci. In queste 2 prime ore abbiamo tagliato una striscia di gomma piuma e successivamente abbiamo incollato le due estremità per dar forma alla faccia. Tutti i burattini sono uguali strutturalmente, si differenziano quando si incollano gli occhi, i capelli ed il vestito. Infatti il corpo è fatto solo di stoffa.
Il mio burattino ha una camicia azzurra a quadri bianchi con un gilè verde, gli occhi sono verde scuro e i capelli marroni lisci e rossi arricciati.
Ci hanno dato delle fotocopie per capire come manovrare il burattino: bisogna infilare il dito indice nel collo ed il dito medio e pollice all’interno dei canali delle braccia. Con semplici movimenti delle dita si può far sì che il burattino applauda, saluti, faccia si o no con la testa, ecc..
Il mio burattino si chiama Giacomo ed ha due fratelli. Nella storia, Giacomo deve andare a tagliare la legna nel bosco e sua mamma gli dà del vino e un po’ di frittata per non soffrire la fame. Arrivato nel bosco, Giacomo vuole mangiare e in quel momento appare un Omino Grigio che gli chiede un po’ del suo pranzo e gli dice anche che “avrà fortuna in misura pari alla sua bontà”. Ma Giacomo non lo sta a sentire e non gli dà nulla. L’Omino Grigio se ne va e Giacomo dopo aver mangiato inizia il suo lavoro. Mentre abbatte un albero però si ferisce ad una gamba, ed esce di scena.
Durante le ore di laboratorio facciamo un po’ di confusione perché siamo ansiosi di provare la parte e non riusciamo a controllarci.
Ad oggi abbiamo finito di costruire i burattini ma non abbiamo concluso le prove.
Spero che quando torneremo a scuola ci sia tempo per fare lo spettacolo finale.
Jacopo Fabris