di Maria Carlotta Vianelli 1^ C. –  Ogni venerdì, da ormai cinque mesi, Greta Thunberg, una ragazza svedese di sedici anni, invece di recarsi a scuola prende l’autobus e si presenta di fronte al Parlamento di Stoccolma.  Dentro quel ‘palazzo’ i politici svedesi discutono le leggi, e secondo Greta non stanno facendo un buon lavoro: non si occupano di quello che è il vero problema, il problema più urgente, che riguarda la vita di tutti noi esseri umani e il nostro futuro. Tutti i venerdì Greta si ferma lì davanti, per far capire ad adulti, giovani, vecchi e bambini che non c’è proprio più tempo da perdere: i cambiamenti climatici causati dall’uomo stanno distruggendo il pianeta!  All’inizio c’era solo Greta a protestare, ma adesso la sua manifestazione solitaria ha convinto tanti altri e si è trasformata rapidamente in un movimento di giovani di tutto il mondo.  Greta, anche se ha solo quattro anni più di me, è stata un’ispirazione per centinaia di migliaia di persone, che hanno seguito il suo esempio ed hanno iniziato a protestare, a chiedere tutti insieme con forza ai ‘potenti della terra’ di impegnarsi subito, non solo con parole ma con azioni concrete, per salvare il ‘nostro’ pianeta.  I cambiamenti climatici minacciano la vita in ogni parte del mondo, ma la città in cui vivo, Venezia,  è in prima fila: rischia infatti di finire sommersa in poco tempo a causa dello scioglimento dei ghiacci e dell’innalzamento del livello del mare.   Anche qui, perciò, venerdì 15 marzo, moltissimi ragazzi non sono andati a scuola e, come Greta, hanno chiesto agli adulti che hanno il ‘potere di decidere’ di fare finalmente qualcosa per bloccare tutti i comportamenti umani che producono tutti gli agenti inquinanti che stanno cambiando il clima, prima che sia davvero troppo tardi: per salvare Venezia, per salvare il mondo, la nostra vita  e il nostro futuro!