Il brano che sta spopolando sulle piattaforme è Tuta gold, di Mahmood. Prima di parlare del brano, conosciamo il cantante. Mahmood nasce a Milano nel 1992 da madre sarda e padre egiziano.
Durante la sua infanzia i genitori si separano e Mahmood cresce con la madre, risentendo dell’abbandono del padre, con cui non ha più riallacciato i rapporti.
Il nome d’arte Mahmood è un gioco di parole tra il cognome (Mahmoud) e l’espressione inglese my mood (“il mio stato d’animo”), che rappresenta il progetto di portare la sua storia personale e quindi anche il suo stato d’animo all’interno dei pezzi.
Dall’età di 15 anni, per alcuni anni, ha studiato canto presso l’Accademia Il Pentagramma.
Dopo aver conseguito la maturità al liceo linguistico, ha studiato presso il Centro professione musica di Milano.
Mahmood ha vinto ben due volte Sanremo: nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 con” Brividi” insieme a Blanco.
Quest’anno va a Sanremo “Tuta Gold”che racconta la periferia con immagini concrete, ma anche ironiche. Il testo è infarcito di parole inglesi e il ritornello ha un ritmo candidato a diventare un tormentone.
È lui che indossa la famosa “tuta gold”, una tuta in acetato, quel materiale sintetico che in molti portavano negli Anni 90. Questo è un simbolo di comodità e al contempo ha un grande significato: nel posto più comune e nel capo più semplice di tutti si può trovare qualcosa di speciale.
Attraverso gli abiti e i vestiti siamo in grado di esprimere valori e scelte, e quindi anche la nostra identità, possiamo tranquillamente fare nostra la fotografia solarizzata che ci regala Mahmood quando canta il suo pezzo Tuta Gold, un codice estetico che si lascia abbagliare dai raggi ipnotici del deserto del Sahara ma anche dei fari delle macchine di quelle lunghe notti disperate.
“Tuta gold” sta spopolando soprattutto tra i ragazzi che si “scatenano” a ballarla su video tik tok e Instagram. Nasce da questa canzone un vero e proprio “trend”.