//Tradizioni sarde di Elena Pilloni 3A (Linguistico-tedesco)

Tradizioni sarde di Elena Pilloni 3A (Linguistico-tedesco)

di | 2023-05-09T09:59:25+02:00 9-5-2023 9:59|Alboscuole|0 Commenti
La Sardegna ha un forte legame con le memorie della sua terra, per questo il calendario dell’isola è costellato di sagre e celebrazioni. Abbiamo molte tradizioni che rendono la Sardegna bella e indimenticabile, proprio per questo ho deciso di consigliarvene alcune: Il carnevale a Mamoiada: l Carnevale è un simbolo particolare nell’isola, molto festeggiato. Ogni paese ha le sue tradizioni e i suoi travestimenti. Molto significativo è quello di Mamoiada. Mamoiada si trova nel cuore della Barbagia ed ogni anno per il Carnevale si colora regalando una festa spettacolare. Durante questo rituale sfilano costumi tradizionali accompagnati da balli e canti. Le maschere iconiche del carnevale mamoiadino sono i Mamuthones e gli Issohadores. I primi vestono di scuro, di pelle di pecora nera e portano sul viso una maschera di legno. Sono muniti di un grosso campanaccio che lentamente fanno suonare ritmando una danza ancestrale. Gli Issohadores hanno abiti più vivaci, dai colori bianchi e rossi, con bottoni dorati e sfilano con un lazo per catturare le donne e gli uomini che partecipano all’evento. Festa di Sant’Antonio: Di origine antichissima, questa festa patronale ad Orosei, si celebra dal 6 al 16 gennaio. La notte dell’Epifania gli abitanti del paese si riuniscono vicino all’antica chiesa dedicata a Sant’Antonio, nei pressi della Torre Aragonese, e innalzano un palo. Nei giorni successivi creano una catasta di legna profumata con varie essenze, come il rosmarino o i rami di pino, a cui poi danno fuoco il pomeriggio del 16. Con tre giri intorno al falò si scaccia il male e si prospetta un buon auspicio per il futuro. È una tradizione che riguarda in generale gran parte della Sardegna e il rito sacro è accompagnato dalla degustazione di fave con il lardo, puistoccu, formaggio, salsiccia fresca, dolci come il pistiddu, frutta come gli agrumi. Se si parla di tradizioni sarde non si può omettere di parlare dell’arte culinaria che contraddistingue la nostra isola. Nella cucina sarda sono diffusi i prosciutti di cinghiale e di maiale, le salsicce, accompagnate da olive e funghi nostrani. Alcuni primi piatti tipici sono i “malloreddus”, una sorta di gnocchetti che vengono conditi con un sugo corposo di salsiccia e finocchietto selvatico, preparati prevalentemente nel capoluogo cagliaritano e per questo detti “alla campidanese”, oppure i “culurgiones ogliastrini”, pasta ripiena di patate, formaggio, soffritto di aglio o cipolla a seconda della zona e la mentuccia, che dona al piatto un sapore fresco e un profumo unico. Altri primi piatti sono i ravioli di formaggio, di ricotta e spinaci, di ricotta e zafferano o la “fregula”, una pasta di semola tostata che ha dimensioni simili al couscous israeliano. Sono piccole perle gommose e tostate condite con un sugo di pesce o con un sugo di verdure, la “zuppa gallurese” e le “lorighittas”, pasta sarda artigianale fatta dalle donne della provincia di Oristano da oltre 100 anni.  Tra i piatti tipici isolani c’è il porcetto che viene considerato l’emblema della cucina sarda. Ovunque è famoso il pane sardo, detto anche “Pane Carasau” o “Pistoccu”. Squisiti sono poi i liquori a base di mirto o limone e l’acquavite locale, chiamata in dialetto “Filu ferru”, il celebre vino rosso “Cannonau”, ottimo con le carni saporite e la “Vernaccia”, ottima per accompagnare i dolci a fine pasto. Altri prodotti tipici sono i formaggi e il pecorino sardo, apprezzato per la sua stagionatura, nonché dolci dal sapore particolare come le “seadas” o i “papassini” che presentano diverse varianti a seconda delle località in cui sono prodotti.