//TI CHIEDI PERCHE’

TI CHIEDI PERCHE’

di | 2018-09-26T11:19:12+02:00 23-9-2018 17:30|Alboscuole|0 Commenti
di ANNA  NEGRO, ELENOIRE CALOGIURI, GUENDA GARZILLI, ELENA NATALI – Liliana Segre nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 19 gennaio 2018. La Segre è nata a Milano il 10 settembre 1930, deportata il 30 gennaio 1944 e trasferita nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Ricorda tutto di quel giorno tragico: erano 605, senza altra colpa che l’origine ebrea. Spinti con violenza cieca, in troppi si ritrovarono ammassati nei vagoni che di solito servivano per trasportare oggetti o bestiame, vagoni senza acqua, senza luce, c’erano solo paglia e secchi per i bisogni, niente altro. Così iniziava dal binario 21 della stazione di Milano il viaggio senza ritorno. All’arrivo ad Auschwitz solo urla, pianto di bambini, confusione e lo strazio della separazione violenta e definitiva dai propri cari: i bambini strappati dalle braccia delle madri, le donne separate dagli uomini, i padri dai figli, un dolore senza fine. Liliana è tornata viva da quell’inferno, lei e pochissimi altri: quello fu l’universo del male, che ha segnato in maniera indelebile la sua esistenza. Da vent’anni portavoce delle nefandezze della violenza nazista e della deportazione, dell’iniquità delle leggi razziali, è una delle voci più intense della Shoah e Mattarella gliene rende merito per “aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.   E’ un invito a non dimenticare, una sollecitazione forte a conoscere, a capire quello che è successo, a non commettere oggi gli stessi errori che hanno reso possibili quei tragici eventi. “Ti chiedi perché tutta la vita, senza risposta”, sono le parole della senatrice, che ha sperimentato di persona gli orrori della deportazione, che ha sofferto, ma non si è lasciata demolire né fisicamente né moralmente; una volta libera, ha vissuto la sua riconquistata normalità, ma non ha dimenticato ed oggi è testimone nelle scuole del genocidio nazista, in occasione delle Giornate della Memoria, per guidare i giovani alla conoscenza, alla riflessione, alla consapevolezza, per muovere le loro coscienze. Bambina prima, adolescente poi, Liliana Segre ha attraversato le tenebre della deportazione, e da vent’anni ormai, ha scelto di essere testimone, di raccontare la sua incredibile, tragica esperienza, di ricordare quel buio che avvolge gli anni della sua infanzia e adolescenza. Liliana Segre, donna forte e tenace, cerca il dialogo con i giovani, perché la sua missione è riferire ai suoi “nipoti” ciò che per decenni non ha avuto il coraggio di raccontare per vergogna e per timore di non essere creduta: più della violenza, hanno potuto nuocere l’abbandono e l’indifferenza, che hanno fatto attecchire i semi del male ed hanno generato il genocidio degli Ebrei.   Dimenticare o ignorare significherebbe rendere possibile che quel male ritorni a colpire. Costruire una società pacifica, senza discriminazioni è possibile, ma rispetto e democrazia sono scelte precise, conquiste preziose da difendere ogni giorno.