a cura di Gloria Michelotti – classe IV/A – scuola Primaria – Plesso Giovanni XXIII –
Nel 1800 l’Italia era divisa in tanti piccoli stati ed era sottomessa all’Austria.
Questa divisione in tanti Stati rendeva l’Italia poco sviluppata e povera rispetto agli altri Stati europei.
A metà 800, alcuni personaggi come Giuseppe Mazzini e Silvio Pellico sentirono la necessità di unire tutti questi Stati in un’unica Nazione , l’Italia.
Si diffuse sempre di più l’idea di riunire l’Italia e gli uomini, che si impegnavano a fare questo, si chiamavano Patrioti.
Ci riuscirono dopo tre guerre d’Indipendenza nel 1871, quando fu liberata la città di Roma e venne fatta capitale d’Italia.
Questa fu una cosa bella ma c’erano da risolvere diversi problemi.
Per esempio, la lingua: c’erano lingue diverse (dialetti…) e quindi per capirsi si doveva trovare una lingua uguale per tutti.
Venne individuata come lingua ufficiale il fiorentino del poeta Dante Alighieri.
Un altro problema era che la popolazione non era istruita, quindi analfabeta: solo i ricchi erano istruiti.
Infatti c’erano pochi ricchi che abitavano nelle belle case delle città e poi c’erano tanti poveri che abitavano in case piccole senza acqua e con poco da mangiare .
In queste condizioni si ammalavano e spesso morivano perché non c’erano tanti ospedali.
Si diffuse in quel periodo il brigantaggio, cioè c’erano degli uomini che rapinavano per fame le case nelle campagne, e a volte uccidevano gli abitanti, e si nascondevano sui monti.
Oggi l’Italia è unita ed organizzata in regioni che mantengono i dialetti.
Oggi, a differenza del passato, le ricchezze si sono diffuse e quindi ci sono meno poveri.
La Scuola, invece, è obbligatoria fino a 16 anni per tutti.
Anche gli ospedali si sono diffusi e sono per tutti gratis.
I briganti non ci sono più: ci sono sempre i criminali che però vengono arrestati dalla polizia e portati in carcere.