Il 6 febbraio scorso, un sisma si è verificato tra le placche dell’Anatolia, dell’Arabia e dell’Africa, ed è stato avvertito principalmente in Turchia e Siria, ma anche in Libano ed Israele. Nonostante il piano di formazione per prevenire i danni causati dai terremoti in Turchia è stata una catastrofe. Sebbene la scossa non abbia provocato particolari danni, così si dice, sono più di 45.000 le vittime del sisma. Il sisma, con magnitudo 7.9, è avvenuto tra la Siria e la parte sud-orientale della Turchia. Gaziantep, città turca, è un importante centro che è stato pesantemente interessato da quanto accaduto. La scossa ha causato la distruzione di migliaia di edifici e molte famiglie hanno perso la propria casa. Al momento, gli aiuti anche internazionali, continuano e così anche il recupero di eventuali corpi dalle macerie, ma la situazione va sempre peggiorando. Il numero di morti è destinato ad aumentare col trascorrere dei giorni, considerando l’altissimo numero di dispersi che sono sotto le macerie di 264.000 edifici distrutti. Tra le vittime il calciatore ghanese Atsu, che giocava nell’Hatayspor, squadra della massima serie turca. La speranza di trovare qualcuno ancora in vita si affievolisce con il passare delle ore e dei giorni. Ma si spera sempre nei miracoli. Tre persone sono state trovate vive sotto le macerie, a Hatay, tre componenti di una stessa famiglia, ma un ragazzino di 12 anni è morto poco dopo, sull’ambulanza che avrebbe dovuto portarlo in ospedale. Si parla di miliardi di dollari, invece, per quanto riguarda le perdite economiche. In merito alla gravità di tale disastro, bisogna calcolare l’insufficiente qualità e l’inefficienza antisismica delle strutture.