di Annaida Del Regno, Michela Lento, Vittoria D’Auria, Patrizia Sessa –
Siamo vicini alle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia, dove sono ancora in corso i lavori per rimuovere l’enorme quantità di macerie dovute ai crolli, e dove si stanno verificando ancora diverse scosse, per quanto meno forti di quella del 6 febbraio hanno ulteriormente complicato la situazione.
Almeno 41.156 persone hanno perso la vita in Turchia a causa del terremoto che ha colpito il sud est del Paese il 6 febbraio e in base a quanto rivelato dalla protezione civile turca AFAD, più di 80 mila persone sono state salvate dalle macerie.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, come riferisce il Guardian, ha detto che il terremoto del 6 febbraio è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939, riferendosi al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33 mila persone 84 anni fa.
Dopo il terremoto si sono registrate 120 scosse di assestamento, riferisce l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Mentre il servizio di monitoraggio geologico degli Stati Unifi, Usgs, ha detto che sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore.
È partito un appello a tutte le organizzazioni internazionali perché inviino soccorsi al paese. Sono centinaia gli edifici distrutti, devastate le abitazioni, crollate la chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun e il castello di Gaziantep. L’Unione europea per mezzo dell’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha fatto sapere di essere pronta a inviare aiuti. Speriamo arrivino presto, per una pronta ricostruzione.