Di “La Redazione Junior scuola secondaria di I grado ” –
Sport affascinante, appassionante e mai noioso, il tennis è però denso di peculiarità, sfaccettature e riti che affondano le proprie radici nell’alba della sua creazione.
La storia del tennis ha le sue origini nel Medioevo francese, epoca in cui il gioco era chiamato real tennis (dall’inglese royal, “regale”, poi diventato “real” poiché molto praticato a corte). Il real tennis si evolse nel XII secolo nel gioco della pallacorda, chiamato così perché la pallina veniva scambiata tra due giocatori al di sopra di una corda tesa. Per colpirla si usava all’inizio la mano aperta, tanto che in Francia il gioco fu detto Jeu de Paume (“gioco di palmo”). Furono poi adottati appositi guanti e dal Cinquecento la racchetta. Sulla scena apparvero presto giocatori così abili da attirare fiumi di tifosi, sebbene all’epoca i campi fossero ospitati nei saloni dei grandi palazzi nobiliari.
La parola “tennis”, deriva dal fatto che i francesi, lanciando la palla, gridavano tenez, “tenete”, espressione divenuta in inglese tennis.
Il tennis come lo conosciamo oggi “rimpiazzò” la pallacorda nel XIX secolo grazie a Walter Clopton Wingfield, militare britannico che nel 1874 perfezionò uno sport simile a quello moderno, che si giocava all’aperto e che fu perciò detto Lawn Tennis, “tennis da prato”. Il campo era più piccolo di quelli di oggi e aveva la rete più alta, ma già dal 1900 dimensioni e regole divennero analoghe a quelle attuali.
Il successo del nuovo sport fu enorme grazie anche alla diffusione delle palline di gomma al posto di quelle di un tempo, fatte di lana, pelle e peli di animali.
Presero quindi forma le prime competizioni internazionali, a partire da quelle del “Grande Slam”. Così è detto l’insieme dei quattro tornei più prestigiosi al mondo: Wimbledon (istituito nel 1877 in Inghilterra), US Open (Stati Uniti, 1881), Roland Garros (Francia, 1891) e Australian Open (1905). Nel 1900 nacque inoltre la Coppa Davis, competizione per squadre nazionali, e nel 1913 prese forma la ITF, Federazione Internazionale Tennis.
Le prime tenute dei tennisti erano rigorosamente bianche con tanto di camicia a maniche lunghe, che poi venivano arrotolate sino ai gomiti, e pantaloni di lino o di flanella a seconda della stagione. Il colore era rigorosamente bandito ed ancora oggi in alcuni circoli è d’obbligo vestire di bianco. La tenuta a maniche corte ed i tradizionali pantaloncini hanno fatto la loro comparsa intorno agli anni ’40.
Nel 1900, a Parigi, il tennis è stato il primo sport olimpico – assieme al golf e al croquet – a dare spazio alle donne.
Le prime palline da tennis non erano molto dissimili da quelle moderne. Erano palle di gomma indiana rivestite di panno bianco ed avevano un peso ed una misura inferiori a quelle attuali. Il panno era cucito esternamente come le palle da baseball. Solo nel 1924 si cominciarono ad utilizzare palle con rivestimento saldato. La palla deve avere una superficie esterna uniforme e deve essere di colore bianco o giallo. Attualmente la palla di colore giallo viene usata nel 90 per cento delle competizioni. Sono ricoperte da uno specifico colore chiamato hi-vis yellow (“giallo ad alta visibilità”). Si tratta di un colore usato da tutti i maggiori tornei che si disputano durante l’anno a causa delle eccellenti caratteristiche di visibilità soprattutto per gli spettatori che assistono ai match da casa. La peluria delle palle permette un miglior controllo del colpo da parte del giocatore: se non ci fosse, la palla schizzerebbe via in modo incontrollabile, mentre grazie a essa le corde della racchetta fanno per un attimo presa sulla palla, comprimendola e consentendo al tennista di impostare il colpo desiderato e di accentuare gli effetti. La seconda funzione dei peli è aumentare la resistenza all’aria della pallina, diminuendone la velocità e riducendone il rimbalzo.
La partita (set) è composta da sei giochi (games): chi vince sei games vince il set, ossia la partita. Una gara intera si compone di tre set.
La prima superficie di un campo da tennis è stato naturalmente l’erba. Purtroppo, l’erba ha velocemente subito la concorrenza della terra battuta. Nel 1878, i fratelli Renshaw ebbero l’idea di ricoprire il campo con una cipria proveniente da una macinatura di barattoli in fittile. Fu così che nacque la terra battuta! In confronto all’erba, la terra battuta ha costi molto più contenuti nella costruzione e nella manutenzione.