//Telegram: il regno delle violenze di gruppo e del revenge porn

Telegram: il regno delle violenze di gruppo e del revenge porn

di | 2020-04-05T18:59:52+02:00 5-4-2020 18:59|Alboscuole|0 Commenti
Progresso sembra essere diventata la parola d’ordine del nostro tempo, abbiamo fatto passi da gigante nel campo delle comunicazioni, inventato dispositivi che ci permettono di svolgere numerosissime funzioni trascinando il nostro dito su uno schermo, introdotto la tecnologia in ogni ambito della nostra vita, eppure nel 2020 sembra ci sia ancora qualcuno che non ha imparato come si usano i social network. Spesso, infatti, creare un’identità virtuale, travestirsi da un personaggio completamente nuovo, frutto della propria fantasia, illude che tutto sia concesso. Immaginate un gruppo di persone desiderose di dare sfogo alle proprie fantasie, una piattaforma che garantisca loro l’anonimato e aggiungete poi foto, video e dati personali di donne, spesso minorenni, ignare di tutto. Non siamo in una puntata di Black Mirror, ma su Telegram, un’app di messaggistica istantanea sfondo dello scambio di foto e video intimi di minori, ex partner o utenti della rete, naturalmente senza il loro consenso. Sono numerosissimi i gruppi nati sul famoso social network proprio a questo scopo e contano migliaia di membri pronti a scambiare materiali per soddisfare il desiderio degli altri utenti. Foto di minori, video di stupri, immagini reperite sui social network: si dà tutto in pasto alla violenza di gruppo virtuale. Non manca certo il revenge porn, spesso affiancato alla diffusione illecita di dati personali dell’ex partner di un membro del gruppo, come numero di telefono, indirizzo, profili social, per coordinare una serie di azioni di stalking e molestie che rendano alla donna in questione la vita impossibile. Si chiedono inoltre consigli su come procurarsi la droga dello stupro o come praticare una violenza sessuale in maniera silenziosa, magari ad un minore, magari alla propria figlia. Non ci sono limiti, non esiste pudore, e seppur l’app provi ad eliminare le chat di questo tipo, esistono canali di backup sui quali archiviare i materiali da ricondividere su un nuovo gruppo che impiegherà ben poco a formarsi. Ma non c’è da stupirsi, d’altra parte “Telegram esiste apposta per fare tutto quello che è illegale” e “le femmine sono carne da sbattere in rete”, dice Danonymus, un utente anonimo che, insieme ai propri compagni, si scaglia contro i moralisti che condannano l’uso improprio del social network. Se per uno di loro la colpa è, parafrasando, dei nostri nonni, che anno dopo anno hanno concesso alle donne maggiore libertà, quando è risaputo che esse non sono altro che “custodie per i genitali maschili”, per qualcun altro l’errore è stato concedere loro il diritto di parola all’altro sesso e ai napoletani. Non manca poi chi attribuisce la colpa alle donne stesse, che non sono capaci di valutare l’affidabilità di un uomo prima di condividere con lui foto intime. Non sfiora minimamente la mente degli utenti il pensiero che la colpa di questa situazione non sia da attribuire a nessuno se non a loro stessi, vittime di una mascolinità malata e deviata che sente il bisogno di denigrare l’altro sesso per affermarsi. Provo un misto di paura e ribrezzo al pensiero che esistano persone convinte di possedere l’autorità di calpestare la dignità di una bambina, di un‘adolescente, di una donna, di un essere umano, per il semplice fatto di essere uomini. Le azioni più spietate, più violente vengono appoggiate ed esaltate, quasi come se la mercificazione del proprio corpo fosse una diretta conseguenza dell’essere donna. Ci si stupisce se una donna si ribella ad un simile abuso, ma non se un uomo se ne rende responsabile. Questo è il grande paradosso della nostra società: si insegna alle donne ad avere paura, a prestare attenzione, a non indossare abiti provocanti, ma non a certi uomini a placare i loro istinti e a vivere come persone piuttosto che come animali. Finchè continueremo a chiudere gli occhi dinanzi a eventi del genere, finchè continuerà ad esistere anche un solo uomo convinto di possedere il diritto di abusare di una donna, fisicamente o virtualmente, finchè non porremo fine a questo scempio, ogni altra forma di progresso potrà dirsi vana, perché nessuna avanguardia potrà mai sostituirsi al rispetto reciproco che evidentemente troppe persone dimenticano di avere il dovere morale (e non solo) di nutrire per chi gli sta intorno.