- costi elevati di progettazione.
- costi esosi di realizzazione delle infrastrutture ,
- ammodernamento della rete ferroviaria per ospitare i giganti della velocità,
- sovrastima della domanda cioè del numero di utenti che si ritiene utilizzino questo tipo di treno. E’ stato questo il caso della Spagna, che ha una rete ferroviaria tecnologicamente avanzata ma ad oggi in buona parte non frequentata. La ferrovia Torino-Lione, è un’ infrastruttura in progettazione, consistente in una linea ferroviaria internazionale lunga circa 235 km, per il trasporto di merci e passeggeri. Come per ogni grande opera che si rispetti, c’è chi è favorevole e chi no, ed è per questo che ancora oggi è motivo di dibattito.
Il paese pioniere nell’utilizzo dei treni ad alta velocità fu il Giappone che, nel 1964, mise in servizio commerciale regolare la linea veloce Tokaido Shinkansen. La definizione di alta velocità è cambiata nel corso del tempo: fino agli anni ‘70 il raggiungimento dei 180-200 km orari era considerato alta velocità e questo portava a definire, in Italia, treni “AV” gli elettro-treni rapidi e le automotrici elettriche delle Ferrovie dello Stato, per i quali si era coniata la definizione di super-rapidi. Oggi la Commissione europea, perché si parli di “AV”, cioè di treni ad effettiva alta velocità, ha indicato i 250 km orari come soglia minima. Sui percorsi di alcuni treni, le linee preesistenti vengono adeguate mediante rettifiche di tracciato e dotazione di opportune apparecchiature tecnologiche. Per quanto riguarda la levitazione magnetica, sistema per mantenere il treno sollevato dalla rotaia e quindi eliminare l’attrito, l’unica tratta commerciale basata su questa tecnologia si trova in Cina, mentre in Germania da tempo esiste un progetto simile, denominato “Transrapid”.
Alcuni aspetti negativi dei treni ad alta velocità sono: