Valentina Sacco IV AT L’accordo di Ankara tra Erdogan e Trump non è una pace vera. Su questo non ci sono molti dubbi come non ce ne sono sulla circostanza che è fatto sulla pelle dei curdi, costretti a lasciare le loro case nelle 120 ore generosamente concesse per “togliersi dai piedi”. Si era molto parlato nelle ultime settimane dell’attacco della Turchia ai curdi nel nord della Siria. L’offensiva è scattata nel momento in cui Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America, ha dato il via libera alla Turchia che non aspettava altro che di attaccare le città curde della Siria del Nord-Est per allontanare le unità combattenti di protezione popolare curde dello Ypg dal confine. I curdi, trattati da eroi per aver fermato l’avanzata dell’isis e secondo la logica per cui i nemici dei miei nemici sono miei amici, sono stati “scaricati” senza scrupoli dagli americani e hanno chiesto ripetutamente aiuto lanciando il messaggio “Non lasciateci soli, la Turchia ci massacra”. Il portavoce delle Forze Democratiche siriane a maggioranza curda, Mustafa Bali, attraverso un Twitter ha denunciato il possibile utilizzo di armi non convenzionali da parte della Turchia contro le città curde assediate. Bali ha richiesto l’intervento di organizzazioni internazionali con truppe in grado di aiutare gli ospedali del nord-est della Siria che si trovano in uno stato di difficoltà a causa dei vari attacchi turchi e dell’elevata presenza di feriti di guerra in cerca di cure. Secondo l’amministrazione curda, la Turchia avrebbe utilizzato napalm e munizioni al fosforo bianco in seguito alla forte e imprevista resistenza della città di Ras al-Ayn che rischiava di far fallire il piano di Erdogan. I medici degli ospedali di Ras al-Ayn, in modo particolare Manal Mohammed, responsabile del Rojava Health Board, denunciano “ferite per nulla comuni”. Si tratta di capire di quali armi si tratti. Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar dal canto suo, nega l’utilizzo di armi vietate da parte della Turchia e rilancia l’accusa alle milizie curde dello Ypg. Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre intanto, Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis, è stato ucciso nel corso di un raid americano nel nord della Siria. Lo afferma Donald Trump il quale aggiunge anche che “ora il mondo è un posto più tranquillo”.Il Presidente americano ha dichiarato di aver assistito al blitz contro il leader dello autoproclamatosi stato islamico descritto come “…. un uomo malato e depravato, violento e morto come un codardo, come un cane, correndo e piangendo”. Chi pagherà il prezzo di questo impagabile spettacolo? C’è chi giura che ancora una volta saranno i curdi, vittime di un probabile scambio di favori. Intanto i feriti di guerra crescono, gli ospedali sono a corto di personale e la guerra sembra non finire mai nonostante la tregua.