a cura della classe IA –
Nascita, infanzia, giovinezza, età adulta. Pezzetti di vita raccontati senza parole, solo con l’udito e la vista: la musica, i gesti, i colori. Il silenzio, il buio penetrante, la luce, il bianco, il nero e il rosso. “Operastracci o dell’educazione sentimentale” è uno spettacolo, con Emanuela Pisicchio, Andjelka Vulic e Fabio Zullino, che racconta, passo dopo passo, la vita e le emozioni che si provano ad affrontarla. E’un lavoro nato da un’idea di Enzo Toma e Silvia Ricciardelli.
Ci siamo seduti, si sono spente le luci, si sono poi accese nel silenzio e siamo stati abbagliati dal bianco. La luce della vita che nasce. Mani e piedi uscivano dagli stracci, un cumolo di stracci diventa una pancia da cui viene fuori la vita. Un omino di stracci con azioni umane, che magnifica idea! A qualcuno di noi è venuta in mente qualche scena di vita vissuta, quando le stoffe della nonna diventavano il nostro gioco preferito. Siamo stati incuriositi dalla distesa delle lenzuola/stracci per terra e dal movimento lento e poi gradualmente più forte che era davanti ai nostri occhi. Un vero prodigio. Così come un vero prodigio è stata la scena delle attrici che si riempiono di stracci per sembrare donne adulte proprio nel momento della vita in cui ti sembra di stare su un filo e tu non sai se cadere nel mondo degli adulti oppure restare un altro poco nel mondo dei bambini.
Gli attori infatti hanno “recitato” la vita: un bambino che fa le sue prime amicizie, un ragazzo nel periodo dell’adolescenza, la scoperta del corpo e dell’amore, la voglia di diventare grandi, la voglia di diventare genitore. Attori eccezionali che sono stati rapidi nella costruzione dei materiali di scena, nell’eseguire movimenti, a volte acrobatici, al ritmo di romanze tratte da opere liriche famose. Eccezionali soprattutto nel suscitare forti emozioni agli spettatori senza l’uso delle parole. Emozioni ed immaginazione. Sì perché le scene si completavano in modo diverso nella mente di ognuno di noi e quando siamo tornati in classe abbiamo ci siamo accorti di aver interpretato alcune scene in modo fantasioso e multiforme. Un inno alla vita che scorre, ma anche e soprattutto ai sentimenti che consentono di viverla intensamente.