di GIORGIA CASCEGNA – C’era una gita allo zoo e l’autobus si era fermato al di fuori del cancello delle giraffe. Una giraffa vide quello strano aggeggio e saltò dal cancello. Aprì la porta del pullman, con il suo grande collo quasi ci rimaneva incastrata, entrò e si mise al volante. Al primo posto c’era un semibambino con l’altra parte del corpo maxitopo. La giraffa si spaventò, premette l’acceleratore e l’autobus partì come un razzo. Il semibambino ricordò che quando era piccolo gli avevano regalato un razzo, a lui piacevano i razzi. La giraffa andò a finire nella strada e girava il manubrio di qua e di là ondeggiando sull’asfalto. L’animale non era poi così tanto interessato a quello che stava succedendo, premeva tutti i bottoni presenti all’interno del mezzo: chiudeva la porta, accendeva le luci, alzava il sedile, insomma fece un disastro. Il semibambino svenne e non guardò nulla. L’animale dal collo alto fermò l’autobus muovendo il piede. Andò in retromarcia e incontrò l’autista che aprì la porta e fece uscire la giraffa. L’uomo, entrato dentro, trovò tutto a soqquadro. Allora mise a posto e ricominciò a guidare dimenticandosi di riportare la giraffa allo zoo e riprendere i turisti. Il semibambino, invece, decise di non andare mai più allo zoo e tantomeno su un autobus.