Di Petruzzelli Carlotta e Sgaramella Angela – classe III sez. Gù
Il giorno 10 febbraio, alcune classi della scuola P.N. Vaccina si sono recate al Castello Svevo di Barletta per assistere al percorso culturale intitolato “Il treno della vergogna”, organizzato dall’associazione Marluna Teatro.
Questa uscita ha avuto inizio alle ore 8:00, quando le classi 3G e 3D, accompagnate dai professori Suriano e Marmo e Mastrapasqua, hanno raggiunto il Castello Svevo.
In un primo momento, le classi sono state accolte dal presentatore dello spettacolo, il quale ha spiegato brevemente ciò che accadde durante quel periodo storico. Bisogna sapere che, tra il 1943 e il 1945, si svolse un tragico avvenimento storico per anni non tenuto in considerazione e che l’Italia ha cercato di dimenticare: l’assassinio, da parte dei partigiani jugoslavi guidati da Tito, di migliaia di italiani che vivevano in Istria, in Dalmazia e nella Venezia Giulia, in quanto accusati di complicità con il fascismo. In quel drammatico periodo, circa 300000 esuli istriani, dalmati e giuliani furono costretti ad abbandonare le loro terre. Teatro di queste violenze furono le foibe, profonde spaccature naturali del terreno rintracciabili presso le montagne del Carso, in Friuli. Inoltre, ha spiegato che le uccisioni avvenivano in maniera spaventosamente crudele. I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo filo di ferro stretto ai polsi e schierati sugli argini delle foibe. Quindi, i soldati jugoslavi uccidevano con raffiche di mitra, non tutto il gruppo, ma solo i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni.
A trasmettere maggiormente l’inumanità delle violenze, c’erano dei pannelli informativi e una mostra fotografica nei quali erano scritti, in alcuni, i nomi di tutte le vittime, negli altri, le tragiche storie di italiani coinvolti nella situazione.
E’ stato, quindi, concesso alle classi un momento per leggere queste testimonianze fino all’inizio della rappresentazione teatrale vera e propria.
Essa era ambientata in una stazione ferroviaria surreale. I protagonisti della storia erano una donna e un uomo anziano, il quale raccontava la sua storia. L’ultima volta che era stato su un treno, era il treno della vergogna, chiamato anche “Treno dei Fascisti”, in cui esuli italiani vennero portati ad Ancona. La performance teatrale è ispirata alle testimonianze di chi ha viaggiato su quel “treno” e al racconto di chi è sopravvissuto alle foibe. Essa mette anche in evidenza come gli italiani siano stati trattati, ma nonostante ciò, questa tragedia non sia ricordata tanto quanto il Giorno della Memoria. Infatti, basti pensare che una giornata finalizzata a commemorare le vittime delle foibe e degli esuli sia stata istituita soltanto il 30 marzo del 2004. Eppure, ci sono stati numerosi morti e feriti, e ricordare questo avvenimento poco conosciuto e a lungo dimenticato è molto importante. In fin dei conti -come ha detto Pietro Grasso- “Non possiamo dimenticare e cancellare nulla; non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani”