Di Elena Carbutti – classe III sez. L
Meriggiare assorta, presso la spiaggia rovente, tra scaglie abbaglianti
e onde di sale.
Guardare lontano,
perdersi nel blu infinito,
quasi vertiginoso ceruleo, osservare un gabbiano che vola…
Null’altro che formiche al cospetto del cielo, nient’altro che esseri
di cui la vita non si cura, eppure ad ogni passo cocci aguzzi
d’ogni genere e sempre
ci lasciano feriti e sconfitti.
Nulla sappiamo,
forse nemmeno ciò che siamo, forse nemmeno ciò che vogliamo.
Ogni giorno in fila,
ogni giorno passato e dimenticato tra lande polverose di ricordi.
Solo domande, senza risposta.
O forse la risposta c’è,
non è né formula, né parola, ma il semplice seguitare
al confine con il mare
e, come un gabbiano,
liberi, sognare di volare.